Libia, negata la fiducia al governo

Congelato il passaggio dei poteri, un ostacolo all'opzione militare

Strada in salita per la comunità internazionale in Libia, dove l'attesa di una soluzione politica si allunga e di conseguenza anche i tempi per un'eventale opzione militare. Il Parlamento libico con sede a Tobruk, l'unico riconosciuto dalla comunità internazionale, ha negato la fiducia al governo di unità nazionale formato nel quadro dell'intesa Onu con 89 voti contrari. Pur negando la fiducia al governo Sarraj, il Parlamento di Tobruk ha approvato l'accordo politico raggiunto dalle fazioni libiche il mese scorso in Marocco ma ha «congelato» il sì del passaggio dei poteri militari dal generale Khalifa Haftar al premier Fayez al Sarraj. «La Camera dei rappresentanti ha ratificato l'accordo di Skhirat e ha congelato l'articolo 8» dell'intesa con 97 voti su 104.«Il premier designato libico Fayez al Sarraj ha ora una settimana di tempo per presentare un nuovo governo». Secondo fonti locali, il nodo è l'articolo 8 dell'accordo politico del dicembre scorso: al punto 2a il testo attribuisce al «Consiglio di presidenza» guidato da Sarraj le «funzioni di Comandante supremo dell'Esercito libico». Un punto fortemente osteggiato dal generale Khalifa Haftar. Stando all'agenzia di stampa libica Lana, con sede ad al-Bayda e vicina alla Camera dei Rappresentanti, il Parlamento ha «respinto con 89 voti il governo di concordia, chiedendo una nuova composizione» dell'esecutivo. I deputati di Tobruk vorrebbero un esecutivo più «snello» con 17 ministri rispetto ai 32 proposti.Dopo quelli sulla fiducia al governo (negata) e l'accordo politico (approvato con riserva), altro voto oggi al parlamento di Tobruk: questa volta sulla modifica della «Dichiarazione costituzionale», la costituzione provvisoria che deve recepire elementi dell'accordo politico di dicembre. Lo riferisce il sito di Libya tv citando un deputato di spicco, Abu Bakr Beira. La modifica costituzionale richiede un quorum di 128 voti, ha ricordato il deputato riferendo che i parlamentari arrivati tardi oggi a Tobruk domani parteciperanno alla seduta.

La Camera dei rappresentanti (HoR) ha 176 deputati. Intanto si fanno sempre più pressanti le richieste al governo Renzi perché risponda delle voci secondo cui il nostro Paese si starebbe preparando a un intervento militare attraverso attacchi aerei.

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