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Quel libro pro accoglienza dell'Onu che finisce sui banchi scolastici

L'Unhcr sponsorizza un testo di propaganda sui profughi destinato ai bambini delle scuole

Quel libro pro accoglienza dell'Onu che finisce sui banchi scolastici

Si intitola Anche Superman era un rifugiato, è stato edito da Piemme, è stato curato dalla scrittrice e attivista pro Ius Soli Igiaba Scego e dall'Unchr, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. E Carlotta Sami, portavoce italiana dell'agenzia Onu, ne ha scritto la prefazione. Nella quale, per esempio, si può leggere: "Possiamo cominciare a sgretolare queste comuni paure come farebbe Superman. Prendendo in mano le nostre vite, compiendo azioni coraggiose eppure semplici come quelle di scambiare qualche parola con un rifugiato, una rifugiata, e i loro bambini, cucinare qualcosa insieme, disegnare, scrivere o giocare insieme ai giardinetti". Si tratta di un libro destinato ai giovani alunni che vuole fare propagando pro accoglienza. Per farlo ricorda che anche Enea era un migrante, che Dante Alighieri è stato, a modo suo, un profugo, e che lo stesso si può dire appunto di Superman, originario del pianeta Krypton. Strani parallelismi.

Come scrive Riccardo Torrescura per La Verità, nel volume, però, non si dice che buona parte degli immigrati che abbiamo accolto non ha diritto all'asilo politico. Niente di tutto questo. Anzi, nello spot dell’Unhcr per lanciare l’iniziativa si legge: "Pittori, musicisti, atleti, cantanti, poeti, registi, fotografi, scrittori…e supereroi! Non perderti le dodici incredibili storie che parlano di loro".

E sempre in tema scolastico, Torrescura racconta di un'iniziativa – segnalata dalla giornalista Francesca Totolo – che ha visto protagonisti gli scolari di una media milanese, la Giancarlo Puecher. I giovani alunni di una sezione, quasi tutti, si sono esibiti – alcuni con tanto di giubbotto di salvataggio per meglio entrare nella parte del profugo – in uno spettacolo sull'Aquarius e più in generale sulla realtà dei migranti in viaggio verso l'Italia. Il senso lo spiega un docente dell'istituto: "Abbiamo cercato anche di fare un parallelo tra gli emigranti italiani dell' Ottocento e del Novecento e i migranti di oggi".

Insomma, parlare di propaganda sui banchi scolastici e di indottrinamento non pare certo eccessivo.

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