L'identikit del coordinatore manda Forza Italia in tilt

Il partito s'interroga dopo l'annuncio di Berlusconi: "Bisogna trovare un federatore". In pole Tajani e Carfagna, nuovi rumors su Marina

Silvio Berlusconi con il presidente del Ppe Manfred Weber
Silvio Berlusconi con il presidente del Ppe Manfred Weber

«Da qui al 2018 dobbiamo trovare un federatore. Il centrodestra oggi è spappolato, abbiamo tre anni per ricostruirlo». Silvio Berlusconi appare determinato a rinnovare il partito e a superare le resistenze interne. La sensazione è che dopo le Regionali qualcosa accadrà davvero. Una scossa, un cambio di passo, un cambio di pelle, un restyling che riguarderà sia gli uomini che l'immagine stessa di Piazza San Lorenzo in Lucina, oltre naturalmente al ritorno in televisione dello stesso presidente di Forza Italia. Una circostanza questa che, secondo Berlusconi, permetterà di iniziare a colmare il gap che divide il centrodestra dalla coalizione di governo. «Renzi è attorno al 32% come consenso personale, io ho il 23%. Lui è sempre in televisione, io no. Non possiamo che migliorare».

L'ex premier ha anche registrato con piacere le tante attestazioni di stima ottenute nella riunione del Ppe, comprese quelle che gli sono state espresse dal capogruppo Manfred Weber. «Politicamente è stato un successo, sono felice di vedere le mie tesi di sempre rivalutate dai fatti». Così come ha salutato con soddisfazione l'accordo stretto in Liguria sia con Fratelli d'Italia che con Area popolare. Prove tecniche di un centrodestra unito, celebrate ieri con la presentazione della candidatura di Giovanni Toti alla quale hanno preso parte molti big del partito come Mariastella Gelmini, Paolo Romani, Deborah Bergamini e Annagrazia Calabria.

Il lavoro sul «brand» di Forza Italia dovrà naturalmente essere fatto rinnovando le apparizioni televisive, attraverso il lavoro di Andrea Ruggieri, nuovo responsabile dei rapporti con le tv. L'obiettivo è quello di avviare una transizione verso il nuovo mandando in televisione giovani solidi, capaci di trattare singoli temi con autorevolezza, senza eccessi di «tuttologia». Per quanto riguarda, invece, il rinnovamento delle liste regionali - su cui stanno lavorando Antonio Tajani e Alessandro Cattaneo - l'idea di fondo è quella di individuare profili di amministratori che si siano messi in luce sul territorio e selezionare come new entries giovani brillanti, con studi solidi e che non vivano di politica.

C'è poi la questione delle nomine. Luigi Bisignani ha creato un certo scompiglio annunciando a Virus che, con ogni probabilità, sarà Antonio Tajani il nuovo coordinatore nazionale di Fi. L'ex commissario Ue è figura molto stimata da Berlusconi e da Gianni Letta ha un'immagine non usurata, è considerato figura di equilibrio, ha una caratura internazionale ed è attivissimo in questa fase. L'altro nome che ricorre è quello di Mara Carfagna. L'ex ministro delle Pari opportunità sta giocando una partita tutta politica che passa dalle Regionali. L'obiettivo - su cui sta lavorando con Stefano Caldoro - è quello di tenere Forza Italia in Campania sopra il 20%, strappando così il miglior risultato a livello nazionale. Un viatico importante per giocarsi poi le sue carte a livello nazionale.

Si tratta in entrambi i casi di figure forti con riconosciuta esperienza politica. Se invece si volesse davvero applicare il limite imperativo dei tre mandati al contempo individuando un quarantenne o una quarantenne (Mara Carfagna, ovviamente, rientrerebbe nei parametri anagrafici), bisognerebbe cambiare identikit e cercare altre figure.

Nelle ultime ore, inevitabilmente, dopo i colpi di sciabola inferti a Matteo Renzi («non un governo di parola, ma di tante parole») è ripartito quello che lei stessa definisce il «tormentone» su Marina Berlusconi. A detta di molti la presidente di Fininvest e Mondadori potrebbe essere l'unica con l'appeal necessario a regalare nuovo smalto al partito e rilanciare il centrodestra.

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