L'ideona dei grillini: tagliare le pensioni a 1,1 milioni di italiani

Di Maio in tilt sui 12 miliardi da recuperare: colpirebbe pure i vitalizi da 3mila euro al mese

L'ideona dei grillini: tagliare le pensioni a 1,1 milioni di italiani

«Per noi le pensioni d'oro sono quelle che vanno da 5mila euro in su e quelle vogliamo tagliare. Noi vogliamo tagliare le pensioni d'oro, al Pd invece non interessa nulla di tagliare le pensioni d'oro, ma solo di utilizzare questo argomento per coprire lo scandalo sulle banche che coinvolge Maria Elena Boschi». Il candidato premier M5s, Luigi Di Maio, ha replicato così alle accuse dell'ex premier Matteo Renzi di aver elaborato una proposta «folle» accennando anche agli importi da circa 2.300 euro mensili.

Ebbene, per risparmiare 12 miliardi sulle pensioni superiori a 5.000 euro al mese bisognerebbe non erogare più nemmeno un centesimo. Gli assegni superiori a tale soglia, secondo gli Osservatori statistici dell'Inps riferiti all'inizio del 2017, sono 145mila per una spesa complessiva di quasi 12,3 miliardi. La spesa per le pensioni pubbliche è di 7,65 miliardi (88.753 assegni per 6.634 euro medi al mese per 13 mensilità) mentre quella per pensioni oltre i 5.000 euro del settore privato è pari a 4,64 miliardi.

Analizzando tale statistica in base ai singoli beneficiari, le rilevazioni Inps evidenziano che i pensionati con assegni superiori a 3mila euro mensili sono circa 1,1 milioni per una spesa complessiva di 57,8 miliardi di euro. La media annua è di 52.769 euro, ossia circa 4mila euro lordi al mese. Per raggiungere l'obiettivo prefissato dai pentastellati in un solo anno si dovrebbero tagliare queste pensioni del 21 per cento, riducendone l'importo lordo a circa 3.200 euro al mese che, al netto delle tasse diventerebbero poco più di 2mila.

Ovviamente sarebbe quantomeno azzardato prevedere il conseguimento di un simile risparmio in un colpo solo giacché la sentenza della Consulta del 2015, che dispose il recupero delle indicizzazioni mancate, è stata molto chiara sulla natura di queste prestazioni. Ancor più chiara lo è stata con le sentenze relative ai prelievi sulle pensioni d'oro legittimandoli ma solo per via della natura transitoria (la decurtazione è terminata alla fine dell'anno scorso).

Insomma, Di Maio e i suoi colleghi di partito sono stati quanto meno improvvidi nel toccare un tema che per quasi tutti gli italiani è fondamentale e che, in virtù della sua «sacralità», avrebbe meritato un migliore approfondimento. È chiaro che volendo promettere il superamento della legge Fornero e la possibilità di riportare l'età pensionabile a 65 anni da qualche parte la copertura finanziata avrebbe dovuto essere trovata senza passare per demagoghi.

Sarebbe bastato ripescare il piano «Non per cassa ma per equità» presentato nel 2015 dal presidente dell'Inps, Tito Boeri. Era un intervento su circa 230mila pensioni elevate e sui vitalizi dei parlamentari, basato per lo più sul ricalcolo con il metodo contributivo, che avrebbe consentito oltre 2 miliardi di risparmio all'anno che, secondo l'economista bocconiano, avrebbero potuto finanziare parzialmente un reddito di inclusione da 500 euro al mese per gli over 55. I grillini, anche per dare un calcio negli stinchi a Renzi (che a Palazzo Chigi e non ha sempre messo i bastoni tra e ruote a Boeri), avrebbero potuto puntare sul «bottino grosso»: il ricalcolo con il metodo contributivo delle pensioni in essere.

Un risparmio da 46 miliardi all'anno. Quasi due redditi di cittadinanza e mezzo, tanto per stare ai loro parametri. È evidente che ai pentastellati non interessi più di tanto fare sul serio: si potrebbe sempre scontentare qualcuno.

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