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"L'inchiesta su Open e Bianchi? Una giustizia a orologeria in ritardo..."

Già 10 anni fa si dicevano le stesse cose che oggi costituiscono un'accusa ma l'opposizione veniva sempre inascoltata e derisa in consiglio comunale come si evince da queste interrogazioni nelle quali un indagato come Patrizio Donnini era già nel mirino dell'opposizione che chiedeva chiarimenti

"L'inchiesta su Open e Bianchi? Una giustizia a orologeria in ritardo..."

Sembra che a Firenze abbiano scoperto, finalmente, l’acqua calda. Eppure quello che si dice oggi, in palazzo Vecchio, ai tempi di Renzi sindaco si denunciava già molti anni fa. Lo dimostrano le numerose interrogazioni di Forza Italia, che lette ora assumono un significato molto più interessante. Ancora più assurdo è che, a fare la guerra a Renzi e al renzismo oggi a Firenze, sono proprio gli stessi che all’inizio della sua ascesa politica ne permisero, o anzi, ne agevolarono la scalata. “Altro che giustizia ad orologeria, semmai una giustizia ritardata ad orologeria”, commenta Massimo Sabatini della lista civica di Galli, confluita nel gruppo Pdl. Si sa, ad esempio, dalle carte dell’inchiesta fiorentina che insieme all’ex presidente della Fondazione Open, l’avvocato Alberto Bianchi, ci sono anche due imprenditori fiorentini accusati di appropriazione indebita e autoriciclaggio. Uno dei due è Patrizio Donnini, vicinissimo a Renzi e al Giglio Magico: ha fondato l’agenzia di comunicazione Dotmedia che curava l’immagine delle prime edizioni della Leopolda. È la stessa agenzia che nel 2016 curava la campagna elettorale per l’astensione dal referendum anti trivelle. Su Donnini già nel 2013 il consigliere Tommaso Grassi chiedeva al sindaco, “il Dott. Renzi nella sua attività lavorativa ha conosciuto e collaborato insieme e/o stretto accordi economici con i Sig.ra Lilian Mammoliti, Sig. Patrizio Donnini, Sig. Alessandro Conticini, Sig. Matteo Spanó, Sig. Davide Bacarella, Sig. Andrea Conticini”.

Nel 2012 il consigliere Marco Stella del Pdl, domandava al sindaco: “Dotmedia ha preso soldi anche dal Comune di Firenze, è tutto regolare?”. Insomma Donnini è un nome noto da tempo alla politica e alla magistratura, come del resto tutti gli altri. Ma a Firenze, politici del Pd e magistrati si sono svegliati solo adesso. Anzi, le opposizioni venivano spesso prese in giro per i loro “attacchi insensati”, visto che il renzismo allora era roba da “fighi”. Se ricevevano soldi da questo o da quello voleva dire che erano stati bravi, oggi invece si è trasformato in un reato. Chissà da che parte starà la ragione. Vero è che gli stessi del Pd che oggi crocifiggono Renzi e il renzismo, sono stati gli stessi che gli hanno permesso di fare per anni il bello e il cattivo tempo, di piazzare ai vertici delle società più importanti della Toscana gli “uomini del presidente” (vedi Toscana Energia), di ricevere soldi da chi gli pareva, senza controlli o limitazioni. Oggi le cose si sono ribaltate: siamo arrivati al punto che quelli del Pd stanno intimando ai loro di non andare alla Leopolda di Renzi. Il sindaco Dario Nardella dice che porterà solo un salutino. Intanto sul fronte inchiesta viene fuori che Bianchi, avrebbe finanziato sia la fondazione stessa che il comitato per il Sì al referendum costituzionale del 2016 con 200mila euro. Al vaglio degli inquirenti ci sarebbe una consulenza affidata a Bianchi da Toto Costruzioni. Per tale lavoro, un contenzioso con Autostrade da 75 milioni di euro, il legale avrebbe ricevuto una parcella da 2 milioni di euro, di cui 1,3 milioni sarebbero andati al suo studio e 700mila a Bianchi stesso, il quale avrebbe poi versato 200mila di essi nelle casse di Open e un’altra di pari importo nei conti del comitato per il Sì. Gli investigatori vorrebbero dunque fare luce sulla regolarità di questi passaggi di denaro e se si possa quindi ipotizzare per l’avvocato oltre il reato traffico di influenze, di cui è indagato, anche quello di finanziamento illecito. Tutti movimenti che fino a qualche anno fa non solo erano visti come legali, ma di cui addirittura andare fieri.

Come cambia rapidamente il mondo della politica.

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