L'internazionale della sinistra esulta per la liberazione del "compagno Lula"

In prima linea anche Paolo Gentiloni passato da Lotta Continua alla Ue

L'internazionale della sinistra esulta  per la liberazione del "compagno Lula"

San Paolo Tutta l'internazionale della sinistra planetaria, da quella più ingessata rappresentata dal Commissario UE per gli Affari Economici Paolo Gentiloni a quella castrochavista del dittatore venezuelano Nicolás Maduro, ieri ha esultato compatta per la liberazione del «compagno Lula», il «prigioniero politico» con più processi di corruzione a suo carico del globo. «Lula torna in libertà. Un grande presidente che ha combattuto contro la povertà e per il riscatto del popolo brasiliano», ha festeggiato l'ex Lotta Continua Gentiloni mentre dalla sua San Bernardo do Campo dove ieri ha già tenuto il suo primo comizio incendiario-l'epoca della «pace e dell'amore» è finita- l'ex galeotto mandava saluti al Foro di Puebla, la nuova associazione della sinistra latinoamericana che è il braccio più ingessato del castrochavista Foro di San Paolo.

«Sono libero e pronto alla lotta, sono solidale con Morales che sta subendo una porcata in Bolivia mentre la vittoria in Argentina di Fernández è come fosse mia», ha detto Lula. Ad ascoltarlo, incantati, i membri del Foro di Puebla con in prima fila, tra gli altri, l'ex guerrigliera brasiliana (deposta per falsificare i conti dello Stato) Dilma Rousseff, l'ex tupamaro (amico di Soros) Pepe Mujica, l'ex vescovo (con molti figli) del Paraguay, Fernando Lugo e l'ex presidente colombiano (già finanziato dai narcos di Cali), Ernesto Samper. E di Lula ha parlato al telefono anche Emmanuel Macron con Fernández, che lo ha tranquillizzato: «Gli ho detto che con lui libero soffiano nuovi venti sul Brasile, mi ha capito al volo». Il francese è nemico di Jair Bolsonaro che, invece, ha commentato: «La stragrande maggioranza della popolazione brasiliana è onesta, laboriosa e non daremo spazio né scenderemo a compromessi col detenuto», precisando poi che «sì è uscito ma porta sulle spalle tutti i suoi crimini». Massimo D'Alema ha invece tessuto un panegirico del protettore di Battisti: «Questa detenzione illegittima ha escluso Lula dalla lotta politica e da presidenziali che avrebbe vinto.

Rimane aperta la battaglia legale perché in appello sia cancellata la sentenza che lo ha condannato senza prove (sic) dopo un processo farsa (sic) che ha suscitato lo sdegno dei giuristi del mondo (sic)». D'Alema forse sa chi dirigeva le tangenti Petrobras e Odebrecht mentre ignora che Al Capone fu arrestato per una piccola frode.

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