"L'invasione? Un errore colossale. Bloccare i commerci arma spuntata"

Aldo Ferrari, esperto di Caucaso: "Per Mosca pochi vantaggi e rischi enormi Le sue richieste irricevibili, ma l'Occidente potrebbe trattare"

"L'invasione? Un errore colossale. Bloccare i commerci arma spuntata"

“Per Putin l’invasione dell’Ucraina sarebbe un errore storico di dimensioni enormi” è convinto Aldo Ferrari, uno dei massimi esperti di Russia e Caucaso. Docente all’università Ca’ Foscari di Venezia è anche direttore del programma di ricerca sull’Eurasia all’Istituto per gli studi di politica internazionale di Milano. Al Giornale risponde sulla crisi ucraina e sulla posta in gioco.

Il presidente russo, Vladimir Putin, bleffa sull’Ucraina?

“È la domanda che ci poniamo tutti. Non credo che la Russia voglia invadere l’Ucraina. Non riesco proprio a vedere i vantaggi, ma al contrario i rischi sarebbero altissimi. Invadere un paese così grande e popoloso con una parte consistente degli abitanti ostile alla Russia sarebbe un’operazione sanguinosissima. Le stime parlano di decine di migliaia di vittime. Se ammettiamo per assurdo che avvenga la Russia sarebbe ancora più vicina alle truppe Nato nel resto dell’Europa orientale, il vero problema di Mosca. Purtroppo, però, nella storia accadono anche azioni irrazionali. Basta pensare alla prima guerra mondiale, che ha scatenato il suicido dell’Europa”.

Sta dicendo che può scoppiare una terza guerra mondiale?

“Spero e credo di no. E’ brutto dirlo, ma le bombe atomiche sono un deterrente che dovrebbero impedire un confronto militare mondiale, come è accaduto durante la guerra fredda. Detto questo, però, il rischio, è molto alto. Se la tensione non scendesse rapidamente esiste il pericolo di incidenti che possono portare a conseguenze imprevedibili. Da questo punto di vista sarebbe bene lasciare lavorare la diplomazia. Alcuni stati europei dovrebbero evitare di parlare dell’invio di armi e soldati, che comunque sarebbero insufficienti a contrastare militarmente una penetrazione militare russa, ma il solo ipotizzarlo aumenta ulteriormente la tensione. E’ il momento della diplomazia che è parte del compromesso”.

Se non parleranno le armi cosa vogliono i russi?

“Credo che Mosca abbia voluto forzare la mano con il dispiegamento di forze alle frontiere con l’Ucraina chiedendo e imponendo all’Occidente di prendere in seria considerazione le preoccupazioni di sicurezza della Russia per l’allargamento ad Est della Nato e l’invio di armi significative ai suoi confini. Se Cuba entrasse nella Csto (il patto di sicurezza con Mosca fra le ex repubbliche sovietiche dall’Asia centrale nda) e piazzasse missili russi sull’isola puntandoli sulla Florida, come negli anni sessanta, cosa farebbero gli Stati Uniti?”.

Pensa sia possibile un accordo?

“E’ un braccio di ferro, difficile dire come andrà a finire. La Russia ha richieste molto alte, sostanzialmente non ricevibili, ma il braccio di ferro potrebbe convincere l’Occidente a considerare l’opportunità di ricominciare a discutere con Mosca una struttura complessiva della sicurezza in Europa”.

Un altro ostacolo è il conflitto nel Donbass. Non si ipotizzava una soluzione simile all’Alto Adige con caschi blu italiani?

“Sarebbe diventata una possibile opzione se l’Ucraina avesse concesso, come prevedevano gli accordi di Minsk, una forma di autonomia, se non federalizzazione del Donbass (la parte orientale del paese filo russa e secessionista nda). In questo caso si poteva pensare all’utilizzo di caschi blu italiani, ma siamo ancora al punto di partenza. E non dimentichiamo che qualsiasi conflitto congelato può riesplodere all’improvviso come abbiamo visto con il Nagorno Karabakh riconquistato dagli azeri ai danni degli armeni. Ovviamente esiste un altro rapporto di forze fra Kiev e Mosca, ma i conflitti congelati non sono tali per l’eternità”.

Gli inglesi hanno lanciato l’allarme golpe istigato dal Cremlino. Cosa ne pensa?

“Gli inglesi fanno disinformazia. Putin rimarrà nella storia come il presidente che ha perso l’Ucraina anche se fatica molto ad ammetterlo. Non riesco ad immaginare nessun movimento cruento o incruento che possa portare al potere una leadership diversa da quella filo occidentale di Kiev”.

L’Europa e gli Stati uniti sono divisi sulla crisi?

“Nella Ue polacchi e baltici sono lo zoccolo duro degli anti russi. E anche da noi due partiti italiani, Pd e Italia Viva, hanno bocciato la candidatura di Frattini al Quirinale sostenendo che il caso ucraino richieda che il futuro presidente sia apertamente filo occidentale. Eppure era ministro degli Esteri con l’intervento in Libia”.

Il presidente del Consiglio non le sembra più cauto?

“Il premier è un uomo intelligente. Sa bene che con la Russia si deve trattare e non si può farne a meno nella politica internazionale”.

Se la situazione peggiorasse l’Italia si chiamerà fuori?

“Il nostro paese è vincolato alla Nato. Eravamo riluttanti di fronte all’invasione dell’Iraq, ma alla fine ci siamo andati (a Nassiryha nda). Con la Libia è stato ancora peggio. L’Italia non credo proprio che possa sottrarsi ad un eventuale conflitto”.

L’arma del gas è così temibile come ricatto?

“Sì e no essendo a doppio taglio. La Russia avendo un’economia poco produttiva, che vive sostanzialmente di esportazione di gas e petrolio, soffrirebbe in maniera pesante in caso di conflitto. La mancata vendita di prodotti energetici in Occidente metterebbe in ginocchio l’economia. Si darebbero la zappa sui piedi. L’interdipendenza economica ed energetica è un altro fattore, assieme alla deterrenza nucleare, che impedisce la degenerazione di queste gravi crisi”.

L’Occidente minaccia sanzioni e Washington pianifica l’invio di 8500 soldati. Cosa ne pensa?

“Neanche gli Usa, in realtà, hanno minacciato l’invio di truppe in Ucraina, ma sanzioni devastanti. Però non conosco una situazione storica in cui le sanzioni abbiano fermato un paese dai tempi dell’Italia fascista, all’Iraq di Saddam Hussein. Minacciare sanzioni è un’arma un po’ spuntata”.

Putin sta conducendo una partita a scacchi o compiendo un catastrofico errore?

“Avrà sicuramente calcolato le mosse, ma possono essere sbagliate e dettata da motivazioni non necessariamente logiche.

E’ evidente che non sia riuscito a riavvicinare l’Ucraina, ma non vuole passare alla storia come il leader che l’ha persa del tutto. Per la Russia perdere Kiev è pesante, ma rioccuparla militarmente sarebbe un errore storico di dimensioni enormi”.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica