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L'ira della base: "Buffoni, non vi voto più"

I militanti si sfogano: niente accordi con gli arroganti, meglio le urne

L'ira della base: "Buffoni, non vi voto più"

Un governo che nasce da un accordo tra 5 stelle e Pd? Gli elettori del Movimento non lo vogliono. La protesta parte dai social, dove i commenti non si sprecano. «Buffoni - scrive qualcuno sotto a un post di Luigi Di Maio su Facebook -, siete andati all'esecutivo con la Lega per liberarci dal Pd e dopo poco più di un anno lo rimettete al potere. Non vi voterò più».

La base dei pentastellati è letteralmente in rivolta. «Ma vi rendete conto di quello che state facendo - commenta Renzo Gordini -? Zingaretti ha dettato le regole per un governo giallorosso che snaturano completamente il Movimento, portandolo a perdere ulteriori consensi. A questo punto tanto vale riprendere i colloqui con la Lega, almeno quello che è stato fatto rimane». Un altro sostenitore, Salvatore Pagliarello, dice a chiare lettere: «Siamo noi che dobbiamo dare le carte e non essere sottomessi. Il mio pensiero è: mai col Pd. Meglio andare al voto o sarebbe la fine del Movimento».

Sulla stessa linea Ombretta Costa: «Dopo averli sentiti parlare non perdete tempo. Vi ho sempre seguiti e sostenuti, ma se fate accordi con questi personaggi più arroganti di prima io non andrò più a votare».

Sotto ad alcuni post del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, c'è chi si sfoga. «Voi andate avanti - scrive Maria Foti - per salvare la poltrona perché sapete che non sarete più eletti». Mentre Giovanni Vaglio spiega: «Ah, niente poltrone? Solo gli italiani? Allora saranno elezioni anticipate. Perché qualunque altra scelta sarebbe un'ulteriore conferma di ciò che state dimostrando di essere veramente. Vi rimane l'ultima possibilità per mantenere un briciolo di credibilità: chiedere le elezioni».

E poi c'è chi domanda di avere l'opportunità di decidere: «In qualità di attivista - chiarisce Giampiero Vallati - vorrei poter esprimere sulla piattaforma Rousseau il mio parere per decidere se tornare o no al voto».

Una possibilità che per ora non è stata contemplata, ma solo paventata. «Alleati con il Pd - commenta Ivano Fadda -? Dopo avervi sostenuto, il voto mio e della mia famiglia alle prossime elezioni ve lo scordate. Siete dei venduti e fate parte della stessa casta che dovevate demolire. Godetevi questi tre anni di stipendi, poi preparate la lapide per il Movimento».

E c'è chi assicura: «È la fine di pentastellati e Pd. Salvini, al prossimo giro, prenderà il 60 per cento».

Insomma, i vertici del M5s, per ora, non hanno il consenso della base, che a un accordo col P, preferisce il voto.

Almeno, a decidere, saranno gli italiani.

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