«Non si pagherà un euro in più per nessuna macchina che si andrà a comprare. Si possono fare sconti a chi compra un' auto che inquina di meno, ma chi ha i soldi per comprarsi una Panda o un piccolo diesel non può essere penalizzato». Il vicepremier Matteo Salvini, ieri a Pomeriggio 5, ha smentito nuovamente la volontà di stangare con l'ecotassa i possessori di auto a benzina o diesel. «Nel contratto di governo - aggiunto - c'era di aiutare le auto elettriche, non di massacrare chi ha le auto a benzina o diesel».
L'altro vicepremier Luigi Di Maio è stato pertanto costretto a giocare in difesa, essendo stato spiazzato dai colleghi di partito (in primis il viceministro dell'Economia Castelli). Il ministro dello Sviluppo ha così confermato che martedì 11 dicembre incontrerà le associazioni del settore auto. «Non c'è nessuna tassa sulle automobili degli italiani; semmai incentivi per l'acquisto di auto ecologiche, dunque a metano, elettriche o ibride». Luigi Di Maio, però, non ha chiarito tutti i dubbi sulle eventuali penalizzazioni per le auto meno green. «Dobbiamo affrontare il tema dell'inquinamento in maniera seria - ha affermato - perché sta impattando sulla qualità della vita dei nostri concittadini: il Nord è in ginocchio per l'inquinamento e la circolazione delle macchine è bloccata in tante città».
Dinanzi a così tante contraddizioni operatori del settore e consumatori hanno espresso nuovamente la propria contrarietà. «Escludere i lavoratori dall'incontro sarebbe un errore clamoroso», ha precisato Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom ricordando che gli operai «sono gli unici che rischiano il posto di lavoro in un settore esposto come quello dell'auto». Un comparto che impiega più di 120mila addetti, ha sottolineato Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto (concessionari) evidenziando che «la penalizzazione di autovetture Euro 6 determinerebbe un rallentamento del rinnovo del parco auto senza eliminare le vetture più inquinanti e comporterebbe inoltre un minore gettito di Iva e Ipt dovuto ad una riduzione del mercato che non compenserebbe neppure in minima parte il maggior gettito derivante dal malus». Per la mobilità aziendale «si tratterebbe di un ulteriore appesantimento della fiscalità che frenerebbe le nuove immatricolazioni da parte del settore», ha chiosato Massimiliano Archiapatti, presidente di Aniasa (industria dell'autonoleggio), puntualizzando che bisognerebbe intervenire sul 68% di veicoli che non sono né Euro 5 né Euro 6
Il presidente dell'Aci, Angelo Sticchi Damiani, ha invece rilevato come «già oggi le auto con maggiori emissioni pagano una sovrattassa annuale, perché il bollo auto è commisurato in base alla potenza e in base alla omologazione ambientale (più alto per l'Euro 0 più basso per gli Euro 6); inoltre i veicoli più potenti sono gravati dal superbollo». Infine Federconsumatori ha stimato che l'ecotassa nel 2019 farebbe aumentare di 300 euro in media il costo di acquisto e di mantenimento di un'utilitaria da 7.401 a 7.701 euro. La misura colpisce «chi ha minori disponibilità e non può permettersi di acquistare un'auto ibrida o un'auto elettrica» che costano dal 24 al 37% in più.
La filiera dell'autotrasporto (tra cui Anfia, Unrae, Federauto, Conftrasporto, Confartiogianato Trasporti) ha invece ricordato che i mancati investimenti negli
ultimi 10 anni nel sistema logistica sono costati allo Stato 105 milioni di euro di mancato gettito, ai costruttori circa 1,5 miliardi di fatturato mentre l'occupazione del settore ha visto perdere 135mila posti di lavoro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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