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L'Iran cerca l'incidente per zittire le proteste. Nave mercantile israeliana attaccata in Oman

I negoziati per le lunghe. I timori: quasi pronta la bomba degli Ayatollah

L'Iran cerca l'incidente per zittire le proteste. Nave mercantile israeliana attaccata in Oman

L' aggressione internazionale affiancata alla violenza interna sono sempre state la strada maestra percorsa dal regime iraniano. Lo scenario è un palcoscenico girevole, la gente soffre e le armi iraniane attaccano. In questi giorni nelle strade specie del Khuzestan sudorientale, il popolo, specie gli agricoltori, gridano disperati gli stessi slogan che si sentirono nel 2019, quando le proteste furono affogate nel sangue di 1.500 persone uccise nelle strade delle città nella Repubblica degli Ayatollah. Manca l'acqua, il regime ha scelto solo la canna da zucchero e il riso abbandonando il resto dei campi, non c'è elettricità, i contadini abbandonano il lavoro e la casa, la protesta si muove verso Teheran dalle campagne.

Ci sono già, dal 15 di luglio, inizio dei moti, 10 morti. La folla grida: «Morte al dittatore» «Khamenei, vergognati, lascia in pace l'Iran» e anche «Né Gaza né Libano, la mia vita per l'Iran»: cioè, l'Iran non ne può più dell'ideologia espansionista della leadership che usa il terrore e la violenza affiancandosi a Hamas e agli Hezbollah in battaglie di sapore ultraideologico, dei miliardi spesi per affermare l'odio contro Israele, Stati Uniti, Occidente, per allargarsi a formare una mezzaluna di potere dall'Irak al Libano, alla Siria, allo Yemen; che ambisce a diventare sempre più importante mentre non cela le consuete ambizioni atomiche.

Israele è sempre il cardellino nella miniera della disastrosa politica iraniana, e infatti era una nave mercantile israeliana quella attaccata nella notte di ieri al largo della costa dell'Oman (con due marinai uccisi), non a caso un Paese in predicato di diventare un amico istituzionale dello stato ebraico nei Patti di Abramo. Il governo israeliano tace, questa è una delle varie navi legate in qualche modo a Israele che sono state prese di mira in questo periodo, lo scontro registra ormai una quantità di episodi di varia entità, questo per ora non sembra di grande rilievo in confronto al danneggiamento, si dice da parte israeliana, di svariate centrali nucleari e alle eliminazioni mirate come quella del padre della bomba atomica Fahrizade. Gesti molto rilevanti che Israele ha compiuto contro la bomba atomica destinata alla distruzione del suo Paese; monito che tutto sarà fatto per evitare che l'Iran ottenga la bomba. Il nuovo primo ministro Bennett ha espresso la medesima posizione. Netanyahu nel 2013 aveva detto all'assemblea generale dell'Onu che se si voleva porre fine al programma nucleare iraniano pacificamente, guai a lasciare l'acceleratore delle sanzioni. Ma Obama cercava il patto a tutti i costi, e adesso Biden, mentre chiede a Khamenei di accettare il vecchio patto, aspetta pazientemente che Khamenei, come ha annunciato, torni alle trattative di Vienna dopo il 5 agosto quando il nuovo presidente Raisi sarà in carica.

Sono giorni in cui l'arricchimento dell'uranio va a mille, e così avvicina la bomba e aumenta il ricatto per ottenere un patto che i desideri degli iraniani vogliono intoccabile, quale che siano le violazioni che certamente già progettano. Proprio in questi giorni in Israele si insiste che la bomba è ormai vicinissima. La preoccupazione è che Biden, pur di cancellare la giusta scelta di Trump di conservare un patto fasullo e inutile, sia pronto a cancellare tutte le sanzioni. La confezione di un nuovo patto che preservi intatta la forza nucleare attuale dell'Iran accumulata nei mesi, e consegni a Raisi un budget che arricchisce le casse del regime, sarebbe un errore capitale. Subito diversi Paesi sunniti si muoverebbero per ottenere la bomba a loro volta. Bel risultato di pace.

Comunque non distoglierebbe Israele dalla sua linea: fare qualsiasi cosa per assicurarsi che l'Iran non ottenga l'atomica.

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