L'Isis a Palmira E Kerry implora: "Mosca abbia un po' di pietà"

L'Isis a Palmira E Kerry implora: "Mosca abbia un po' di pietà"

Proprio mentre le forze alleate annunciano di aver eliminato con un drone Boubaker el-Hakim, «mente» della strage nella redazione parigina di Charlie Hebdo e della strage di turisti sulla spiaggia di Sousse in Tunisia, la diplomazia si rimette in moto. Così John Kerry, il segretario di Stato Usa, si è presentato ieri a Ginevra col cappello in mano per cercare un (improbabile) accordo coi russi sulla gestione della crisi siriana. L'unica speranza è stata che Mosca «mostri un po' di grazia dalla sua posizione dominante». Grazia è la parola più adatta, dal momento che attualmente i russi e il loro protetto Assad sono in condizione di fare ad Aleppo quel che preferiscono. La città sta ormai cadendo interamente nelle loro mani, anche a costo di bombardamenti che Kerry chiama «crimini contro l'umanità».

In attesa di conoscere l'esito del colloquio Kerry-Lavrov a Ginevra, in Siria e Irak il massacro continua e non solo ad Aleppo, ma anche a Homs e Raqqa.

L'Isis battuta e decimata su tutti i principali fronti riappare all'attacco dove meno era attesa, ovvero a Palmira, la zona riconquistata dai russi otto mesi fa con grande fanfara pubblicitaria, che torna a essere un campo di battaglia.

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