Coronavirus

"Un lockdown mirato per i non vaccinati? In Italia è possibile, la Carta non lo vieta"

L'ex presidente della Consulta: "Sarebbe più lineare l'obbligo di siero"

"Un lockdown mirato per i non vaccinati? In Italia è possibile, la Carta non lo vieta"

Con lo spauracchio di un Natale giallo o arancione causa ritorno del Covid, si fa strada l'ipotesi di imporre restrizioni ai soli non vaccinati. Ma un eventuale lockdown selettivo imposto a chi non si è vaccinato e non ha il green pass scatenerebbe una pioggia di ricorsi? L'ex Guardasigilli Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale, pensa di no. «La Costituzione spiega consente l'adozione di misure che limitino la libertà di circolazione e la libertà di riunione, subordinandole alle esigenze di sanità nel primo caso e di sicurezza nel secondo». Ma Flick, all'ipotesi di imporre restrizioni ai No Pass, preferisce «la via maestra», ossia l'imposizione dell'obbligo vaccinale, consentita dalla Costituzione «per il combinato disposto degli articoli 16 e 32» e che ha già illustri precedenti nel nostro Paese, dal vaccino contro la poliomielite a quello contro il tetano.

Ma l'obbligatorietà non c'è ancora.

«Si è scelto di adottare altre tecniche per spingere alla vaccinazione, ed è un problema che non tocca il profilo strettamente giuridico. Certo, le misure che limitino la libertà di circolazione e di riunione devono avere un carattere generale, perché se incidono direttamente e specificamente sulla libertà personale di un individuo non basta la legge, ma serve un provvedimento dell'autorità giudiziaria che riguardi quella specifica situazione. Detto questo, il modo in cui tecnicamente verrà disciplinato un ulteriore uso del green pass non rientra in una valutazione costituzionale della legge, purché le limitazioni che dovessero essere imposte siano riconducibili alle norme della Costituzione che limitano la libertà di circolazione. In questo caso, nulla quaestio».

Quindi pensa che sia possibile valutare un lockdown all'austriaca anche in Italia?

«Non scendo nei particolari concreti perché non li conosco, ma nell'ipotesi di carattere generale la Costituzione dice che si possono apportare dei limiti alla circolazione delle persone - in base a una legge che sia giustificata da motivi ragionevoli, proporzionati, ma non è questo il tema - per ragioni di sanità. Questo discorso trova preciso e autorevole riscontro nell'articolo 32 della Costituzione».

Che però richiede il consenso della persona alla somministrazione dei farmaci.

«Vero, però l'articolo 32 tutela non solo il diritto alla salute mio quando rifiuto un farmaco, ma anche degli altri e dell'interesse di tutti alla salute. Quindi non si può rifiutare il consenso quando la somministrazione del farmaco, del vaccino in questo caso, sia resa necessaria da condizioni sia di interesse generale sia di rispetto della salute degli altri. Questi sono i due unici paletti fondamentali, e posso limitarmi a dire questo senza scendere nei particolari di un'eventuale limitazione alla circolazione legata alla questione green pass. Resto del parere che la soluzione più lineare sarebbe l'introduzione dell'obbligo vaccinale, mentre si è preferita una soluzione un po' più complicata: non obblighiamo, ma diamo il green pass a chi si vaccina e a chi non lo fa rendiamo la vita più difficile.

Questo mi piace di meno, ma non sono in grado di esprimere altre valutazioni fino a quando non saprò se, e in che modo, concretamente si vorrà imporre a chi non ha il green pass la vita più difficile».

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