Coronavirus

Lombardia al via con 120mila test: "Prima ai privati"

Con il primo lotto di 600 mila kit, domani prendono il via i test sierologici e la Lombardia è pronta ad affrontare un'importante sfida per dominare il virus

Lombardia al via con 120mila test: "Prima ai privati"

Con il primo lotto di 600 mila kit, domani prendono il via i test sierologici e la Lombardia è pronta ad affrontare un'importante sfida per dominare il virus. Ogni test, infatti, sarà in grado di stabilire se una persona che è stata infettata è guarita del tutto, perché dotata di anticorpi neutralizzanti. Si parte dai privati delle zone più duramente colpite dalla pandemia, Brescia, Bergamo, Cremona, Lodi. Poi si setaccerà l'intero territorio regionale. Per il momento verranno effettuati circa 10 mila tamponi giornalieri ma il numero è destinato ad aumentare.

Ma chi sono i primi destinatari di questo screening? Non gli operatori sanitari (quelli verranno dopo) ma i privati cittadini. Quelli che hanno vissuto nel mondo sommerso del covid, che nessuno ha mai tamponato ma che hanno fatto la malattia a casa. Sono coloro che sono stati messi in quarantena fiduciaria e dunque inseriti negli elenchi delle ats che hanno emanato il provvedimento di «isolamento domiciliare». Quindi verranno sottoposti a test anche i contatti stretti del positivo, cioè i familiari o colleghi di lavoro. Insomma, verrà fatta una mappatura molto importante per garantire un po' di certezza a chi sta aspettando di rientrare al lavoro. «Sono circa 120 mila come prima tranche i cittadini segnalati dalle ats che convocheremo per effettuare il test spiega l'assessore alla Sanità, Giulio Gallera . E sono coloro che hanno fatto il covid a domicilio, anche se non sono stati tamponati. Ma estenderemo il test ai contatti diretti dei positivi, sia sintomatici che asintomatici, anche loro messi in quarantena».

E come e quando avviene il prelievo? Tutte le ats, in queste ore al lavoro per fare l'elenco dei destinatari, convocheranno coloro a cui è scaduto il periodo di quarantena che saranno invitati a fare il prelievo in un certo laboratorio ad una certa ora. In questo modo si potranno ottenere diverse informazioni: innanzitutto se l'ex malato di covid ha gli anticorpi neutralizzanti, gli unici che non ti danno sorprese di una tardiva positività. Inoltre si effettua un monitoraggio a largo raggio per capire se i familiari hanno subito la malattia magari senza accorgersene e hanno sviluppato a loro volta gli anticorpi. Ma questo è solo l'inizio dello screening. La platea sarà molto vasta. «Ogni medico di famiglia dovrà segnalare chi ha avuto sintomi e ha finito da due o tre settimane la quarantena spiega Gallera -. E i punti prelievo nei vari ambulatori e nei centri ospedalieri di riferimento effettueranno i test».

Ma i 500 mila operatori sanitari? «Attualmente vengono costantemente monitorati - aggiunge l'assessore -. A chi ha 37.5 di temperatura o altro sintomo facciamo il tampone, li facciamo anche ai lavoratori di servizio di pubblica utilità e ai pazienti sintomatici delle rsa». L'assessore ha poi aggiunto che inizialmente sarà utilizzato il kit Liason sars-Cov2 della DiaSorin «il test studiato dal San Matteo di Pavia» ma spera che «ne arrivino altri». La richiesta è molto ampia. Alla regione serviranno milioni di kit e per questo motivo è stata aperta una manifestazione di interesse per valutare offerte da altre società. «A noi servono test di qualità, per ora abbiamo comprato kit dall'azienda che ci ha fornito la maggiore affidabilità spiega - speriamo che si faccia avanti qualcun altro. Chiunque è in grado di fornirci kit con queste caratteristiche, cioè che rileva gli anticorpi neutralizzanti, si facci avanti: noi abbiamo bisogno di fare diagnosi e ci serve tutta la collaborazione possibile». Gallera mette però in guardia la popolazione dall'illusoria certezza che offrono kit non di qualità.

«Il rischio di questi test è che ti evidenziano che tu hai fatto la malattia e magari ti senti libero di andare a trovare i tuoi genitori, ma sei ancora infetto e lo contagi».

Commenti