Coronavirus

La Lombardia: zona rossa di 7 giorni

L'ipotesi di una mediazione con il ministero della Salute. Ieri tasso di contagio al 3,8%

La Lombardia: zona rossa di 7 giorni

Una zona rossa «breve» per la Lombardia. Solo sette giorni di restrizioni - invece di quattordici - così da ridare ossigeno alla regione più popolosa e produttiva d'Italia, sgravandola da una «punizione» oggettivamente ingiustificata visti i dati degli ultimi giorni (ieri solo 3,8 tamponi su cento positivi).

La speranza pare diventata ipotesi, fondata su un esame equanime della attuale situazione epidemiologica e sanitaria. Una ragionevole possibilità insomma: la zona rossa lombarda che è stata reintrodotta domenica scorsa, in via del tutto eccezionale (ma prevista dalle norme) potrebbe durare soltanto una settimana invece delle canoniche due.

Rispondendo a una domanda nel corso del punto stampa convocato per annunciare la predisposizione del ricorso, lunedì il governatore Attilio Fontana aveva parlato apertamente di questa teorica possibilità. Lo aveva fatto senza esitazioni, da giurista: «Il Dpcm - ha scandito - dice che bisogna mantenere gli stessi dati per due settimane, ma in via del tutto eccezionale il Cts può valutare una situazione talmente migliorata da derogare all'obbligo delle due settimane».

L'ipotesi, incoraggiata da qualche voce autorevole, ora pare essere concreta e non solo sarebbe conforme al decreto governativo - per quanto inedita - garantirebbe anche due vantaggi: farebbe risparmiare tanti soldi e avrebbe il pregio di rappresentare un'onorevole via d'uscita per il ministero della Salute, additato in questi giorni come artefice di un provvedimento troppo punitivo. Una zona rossa breve non sarebbe una resa, quindi, e risulterebbe gradita a tanti.

L'ordinanza che reintroduce i vincoli, infatti, è stata vissuta come «immeritata», fondata su dati vecchi fino a 17 giorni - che sarebbero vecchi di un mese alla sua scadenza fisiologica, il 31 gennaio. Una decisioni così zoppicante ha creato imbarazzo al ministero e nel Pd, tanto da richiedere «diversivi» polemici come quello sollevato dai sindaci di sinistra su presunti ritardi nei dati regionali, o come il caso montato sulla distribuzione dei vaccini (ieri l'assessore Letizia Moratti ha inviato la sua proposta al commissario governativo Domenico Arcuri e alla fine parla solo di mobilità, e di un «dinamismo economico» da tenere presente).

Oltre che ingiusta poi, la nuova zona rossa lombarda è stata vista come «uno schiaffo» insostenibile. L'ordinanza che ha bloccato tutto costa ogni giorno decine di milioni di fatturato a aziende e commercianti ormai sfibrati. Anche per questo nella maggioranza di centrodestra che regge il Pirellone, e anche in giunta, sono stati usati toni forti per contestarla. Il neo assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi, leghista di Codogno, uomo vicino al moderato Giancarlo Giorgetti, ha parlato addirittura di «un attentato al sistema produttivo». E gli esponenti del sistema produttivo lombardo sono usciti allo scoperto denunciando il pericolo che i vincoli abbiano effetti devastanti sull'economia.

È facendosi carico di queste preoccupazioni che Moratti ha preso anche un'iniziativa sul piano istituzionale: la richiesta di un «congelamento» dei vincoli per 48 ore, in vista di un riesame anticipato. Fontana aveva anche manifestato la possibilità di non presentare o ritirare il ricorso, in presenza di un ripensamento.

La risposta, a dire il vero, è stata negativa ma ora un'altra occasione ora si avvicina: il monitoraggio sulla cabina di regia è fissato per venerdì, dopodomani, e potrebbe sancire per domenica il ritorno alla normalità, o meglio a una zona arancione che sarebbe il male minore.

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