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L'omicidio di Alexandra fa tremare la Romania

La ragazza rapita chiede aiuto agli agenti Soccorsi tardivi. La piazza invoca dimissioni

Una ragazza rapita che si poteva salvare e il governo rumeno che ora rischia di cadere. Erano trascorse diciannove ore dall'ultima telefonata di Alexandra che urlava: «Sta arrivando, sta arrivando, aiutatemi». Poi un lungo, colpevole silenzio. Sabato la Romania sconvolta è scesa in piazza al grido: «Sono Alexandra».

A Palazzo, il capo della polizia rumena, Ioan Buda, è stato licenziato dal ministro dell'Interno per tutti gli errori commessi dai suoi uomini che non sono riusciti a salvare la vita della giovane una ragazza rapita. Il caso, che secondo molti dimostra l'incapacità di un intero sistema, monta da giorni in Romania. La vittima, Alexandra Macesanu, è stata rapita mercoledì da un uomo che l'ha caricata su un'auto mentre faceva l'autostop per tornare a casa. Giovedì è riuscita a contattare la polizia per ben tre volte e a chiedere aiuto. Ma gli investigatori, pur dotati di strumenti rinnovati di recente con milioni di euro, non l'hanno trovata in tempo. Secondo la madre, l'hanno cercata in maniera approssimativa, magari sospettando che fosse scappata di casa. La polizia si è giustificata spiegando che non è riuscita a localizzarla perchè l'area era troppo vasta. Ma la rabbia nel Paese non si placa. Dopo averla cercata in tre indirizzi sbagliati, gli agenti hanno finalmente individuato la casa descritta dall'adolescente ma più di dodici ore dopo le sue telefonate; hanno chiesto un mandato di perquisizione e hanno aspettato fino all'alba prima di entrare nella casa. E lei era morta.

Ora, il principale sospettato è in stato di fermo. Si chiama Gheorghe Dinca, 65 anni, ed è stato arrestato dopo un interrogatorio fiume. L'uomo non ha confessato e ha detto agli inquirenti che ha acceso il fuoco nel suo cortile, dove sono stati ritrovati resti umani, per allontanare le zanzare. Nega di conoscere la ragazzina e di averle dato un passaggio. Nella perquisizione a casa sua, gli agenti hanno trovato nella cenere diversi frammenti di ossa e 21 pezzi di denti. Nella cenere c'erano anche anelli e nella sua auto è stato ritrovato un orecchino di Alexandra, riconosciuto dalla madre. Le ossa però sembrano vecchie. Il caso si intreccia a un altro, quello di Luiza Melencu, una quindicenne scomparsa ad aprile nella stessa zona. Altro tassello da brividi: una donna ha denunciato di aver chiamato il 112 per due volte nella notte tra mercoledì e giovedì, prima dell'ultima telefonata di Alexandra, per denunciare movimenti sospetti nella casa, ma la polizia non le ha dato retta. La premier Viorica Dncil sta valutando la possibilità di convocare un referendum per chiedere ai rumeni se vogliono inasprire le pene per crimini di stupro e pedofilia. Il caso mette sotto accusa lo stesso governo socialdemocratico, autore di una riforma penale molto criticata anche da Bruxelles. Migliaia di persone intanto sono scese in piazza a Bucarest al grido di «Dimissioni, Dimissioni», attorno i cartelli con le parole fin troppo chiare: corruzione, incompetenza.

E quella che in questa storia fa più male di tutte: indifferenza.

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