Politica

«Londra non ha piani per la Brexit»

Secondo il «Times» servono sei mesi solo per trovare un'intesa

Erica Orsini

Londra Il governo inglese non ha ancora un piano per uscire dall'Europa e potrebbero essere necessari almeno altri sei mesi per raggiungere un accordo sulla strategia da usare. Lo afferma un documento i cui contenuti sono stati rivelati ieri dal quotidiano Times. Intitolato «Brexit Update», il rapporto afferma che Theresa May e i suoi ministri non hanno ancora compreso che cosa significherà per l'industria l'uscita dall'Unione e allo stesso tempo critica il Primo Ministro per aver voluto riservare al solo Governo la decisione finale. Non solo, nel documento si avverte che le grandi società «punteranno una pistola alla testa del Governo» dopo l'accordo raggiunto con la Nissan a cui la May ha garantito le stesse condizioni commerciali anche una volta completate le procedure d'uscita. Il memo, spiega anche che potrebbero servire circa 30mila dipendenti in più per portare a termine l'immenso lavoro burocratico richiesto da un simile cambiamento.

Per ora però, secondo quanto appreso dal Times, il governo risulta ancora molto diviso al proprio interno e, sebbene il dibattito per venire a capo della questione duri da molto, non è emersa alcuna strategia comune né sono state individuate delle priorità. Ogni dipartimento ha sviluppato un progetto su Brexit e finora ne sono stati presentati 500, una mole di lavoro che il personale attuale non è nemmeno in grado di valutare. Ieri il governo ha dichiarato di «non riconoscere» il rapporto spiegando che non si tratta di un documento governativo, bensì di un lavoro effettuato da una società esterna che non ha alcuna autorità in materia. La società in questione sarebbe la Deloitte e il suo autore - secondo quanto affermato da un portavoce di Downing Street - non ha mai lavorato per la May. In realtà, questa società aveva collaborato con il governo di David Cameron e aveva redatto questo rapporto dopo l'esito del referendum e secondo la portavoce «le cose ora sono cambiate».

Smentita anche la frattura che esisterebbe tra il ministro degli Esteri Boris Johnson, il segretario per la Brexit David Davis, il ministro agli Affari Internazionali Liam Fox e il Cancelliere Philip Hammond e il Ministro per gli Affari Greg Clark.

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