Il senso dello Stato dimostrato in questi giorni dagli esponenti di Forza Italia ha fatto sussurrare a più di un malizioso osservatore che è nell'aria un governo di unità nazionale. Che insomma gli azzurri potrebbero svolgere in un futuro non troppo prossimo il ruolo di responsabili. Un destino questo che, però, è stato respinto con fermezza anche ieri sera dallo stesso Berlusconi nel corso di un'intervista telefonica rilasciata a Nicola Porro per la trasmissione Quarta Repubblica. Il leader di Forza Italia è tornato a parlare della cabina di regia e dell'atteggiamento costruttivo mostrato dal partito di fronte a questa emergenza. Un atteggiamento che non deve tuttavia far dimenticare che quello presieduto da Conte è pur sempre «il governo delle quattro sinistre», come lo ha ribattezzato lo stesso Berlusconi. E al telefono con Porro ieri sottolineava proprio la diversità tra Forza Italia e i partiti che appoggiano l'esecutivo. «Questo però - ha ribadito il leader azzurro - non è il momento di parlare di governo. In un simile momento di emergenza nazionale, le opposizioni responsabili si stringono intorno alle istituzioni». A questo proposito Berlusconi ha ricordato le parole pronunciate ieri mattina da Bergoglio: «Come ha detto giustamente Papa Francesco, i politici nella pandemia debbono cercare insieme il bene del Paese e non il bene del proprio partito».
Berlusconi però boccia l'efficacia dell'azione di governo. Non soltanto sul merito del Dl liquidità ma anche sui tempi. «Così com'è non va bene - spiega - sia per i tempi lunghi e le complicate procedure per ottenere i prestiti, sia perché i tempi di restituzione sono invece troppo stretti». Dal punto di vista politico, Berlusconi torna a sottolineare la validità della proposta del centrodestra e si augura che nel prossimo futuro «si realizzino le condizioni per un esecutivo più efficiente, più preparato e soprattutto più rappresentativo degli italiani».
Berlusconi ha poi commentato l'esempio cinese.
«La pandemia - dice - ha dimostrato l'efficienza ma anche i limiti del sistema cinese. D'altronde non si può ignorare che il tentativo di minimizzare quello che stava accadendo ha avuto come effetto proprio il dilagare dell'epidemia prima in Cina e poi all'estero».
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