Milano - La Punto blu fuori controllo che si schianta contro il guardrail, due giovani genitori in gravi condizioni in ospedale, il loro figlio di appena 14 giorni rimasto ucciso. Il terribile incidente, che sembrava causato da una fatalità, finisce al centro di un'inchiesta della Procura di Monza. Che iscrive nel registro degli indagati il padre del piccolo, che era alla guida, con le accuse di omicidio colposo e lesioni.
La morte del neonato, ipotizza il pm Alessandro Pepè che coordina le indagini, si poteva evitare. Il piccolo infatti, secondo le prime ricostruzioni della polizia locale di Monza, si trovava nell'ovetto adagiato sul sedile posteriore ma non legato nel modo giusto. Gli inquirenti hanno acquisito un filmato delle telecamere di sorveglianza piazzate vicino al luogo dello scontro. Le immagini mostrano la sequenza di quello che è accaduto. L'auto stava percorrendo viale Fermi a Monza alcuni minuti prima delle 10 di domenica. A pochi metri dall'ingresso del sottopassaggio la Punto ha sbandato improvvisamente ed è andata a sbattere contro le barriere laterali. Al volante c'era Fausto Andres Vicente Pillajo, ecuadoriano di 20 anni. Sul sedile del passeggero la moglie Maria Ana, di 19 anni. Dietro, il piccolo Liam Thomas.
La famiglia è residente a Baranzate, nel Milanese. Nell'impatto il neonato sarebbe stato sbalzato dall'ovetto e sarebbe rimasto schiacciato tra il sedile posteriore e quello anteriore dal lato del passeggero. I feriti sono stati immediatamente soccorsi dal 118. Sono rimasti incastrati tra le lamiere e per liberarli sono intervenuti i vigili del fuoco. Il bimbo è morto poco dopo all'ospedale San Gerardo di Monza, i suoi genitori sono ricoverati in prognosi riservata. La ragazza al Policlinico di Milano, il marito al Niguarda.
I vigili hanno effettuato i primi rilievi sul luogo dell'incidente. Pillajo è stato subito sottoposto all'alcol test e alle analisi tossicologiche. Il suo tasso alcolemico è risultato di poco superiore al limite consentito. Un valore che secondo gli inquirenti non giustifica la totale perdita di controllo della macchina. In un primo momento si era ipotizzato che la causa principale fosse stato l'asfalto reso scivoloso dall'umidità di quella mattina. La vettura viaggiava a una velocità superiore ai 70 chilometri all'ora previsti dai limiti di velocità in quel tratto di strada. I filmati hanno confermato che nessun altro veicolo è rimasto coinvolto nello scontro. Il pm ha disposto l'acquisizione dei tabulati telefonici del giovane padre: non è escluso che stesse parlando o comunque usando il cellulare nei secondi precedenti allo sbandamento. La Procura infine ha ordinato l'autopsia sul corpo del bambino, per stabilire con precisione le cause della morte.
Le indagini dei vigili sono ancora in corso. In particolare si sta cercando lo sconosciuto che per primo ha soccorso la famiglia ecuadoriana.
Secondo il racconto degli altri testimoni, l'uomo ha cercato di aiutare il bambino su richiesta del padre, prima che arrivassero le ambulanze. La polizia locale ha anche fatto un appello per trovarlo: «Si faccia avanti. Il suo racconto sarà importante per ricostruire i primi attimi dopo l'urto e completare il quadro dell'incidente».
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