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L'Ue condanna l'Italia: "Arriva procedura d'infrazione"

L'Ue non accetta la lettera del ministro Tria e affonda il colpo mettendo nel mirino il governo: "Il deficit è troppo alto"

L'Ue condanna l'Italia: "Arriva procedura d'infrazione"

Venti pagine per mettere il governo con le spalle al muro. L'Europa usa la mano pesante sull'Italia e nel documento che Bruxelles ha preparato c'è sui conti di casa nostra c'è la procedura di infrazione. Lo scenario peggiore dunque potrebbe realizzarsi e il Mef dovrà fare i conti con le richieste e le sanzioni che arrivano dalla Commissione Ue. Il debito è in salita: a quota 132,2% del Pil nel 2018, 133,7% nel 2019 e 135,2% nel 2020. Ed è su questo piano che di fatto Bruxelles prepara il colpo su Roma. La lettera di risposta inviata da Tria non ha convinto la Commissione che punta ancora il dito contro il governo per il deficit alto: "È una spiegazione che mitiga solo in piccola parte la mancata riduzione del debito. Inoltre sono le scelte politiche del governo ad aver contribuito a questo rallentamento del Pil con un effetto negativo su fiducia e accesso al credito". Una bocciatura tra le righe che espone il Paese alle sanzioni di Bruxelles.

E la Commissione individua in Quota 100 l'anello debole dei conti: "Cancella in parte gli effetti positivi delle riforme delle pensioni e indebolisce la sostenibilità del bilancio italiano nel lungo termine. Fa salire la spesa pensionistica, togliendo risorse a investimenti e istruzione, danneggia la forza lavoro e la crescita potenziale". Insomma Bruxelles lancia l'assalto alle riforme principali varati dai gialloverdi. Salvini e Di Maio hanno già fatto sapere che non ci saranno passi indietro sulla riforma pensionistica e sul reddito di cittadinanza. Il debito è poi l'altro punto dolente: "Per l'Italia è giustificata la procedura per disavanzi eccessivi per il debito". E ancora: "In Italia le prospettive di crescita e delle finanze pubbliche sono peggiorate, e le recenti misure politiche messe in atto costituiscono una marcia indietro su alcuni elementi di precedenti riforme, incluse quelle legate al sistema pensionistico".

Il braccio di ferro con l'Ue è appena iniziato. Una via d'uscita per evitare la procedura sarebbe quella della manovra bis. Una manovra aggiuntiva da 3,6 miliardi. Il governo avrà tempo fino all'Ecofin del 9 luglio per decidere in che modo agire per evitare la stangata di Bruxelles. Ma a quanto pare in Europa una decisione è già stata presa. Le parole del Commissario europeo al Bilancio Guenther Oettinger non lasciano spazio a dubbi: "Se i numeri verranno confermati, non potremo sottrarci alla procedura di infrazione. L'Italia non dovrebbe essere un rischio per l'Eurozona". Infine anche dall'Fmi arriva una sonora bocciatura.

Secondo quanto anticipato alla Reuters da una fonte europea il Fondo ritiene il debito italiano uno dei maggiori rischio per l'area euro insieme alla Brexit e alle tensioni commerciali in corso tra Stati Unit e Cina.

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