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"Vittoria militare dell'Ucraina? Non un mio obiettivo". Conte getta la maschera

Il presidente del M5S la spara grossa: "La vittoria militare contro la Russia non può essere un mio obiettivo". Allora la soluzione è rassegnarsi all'invasione di Mosca?

"La vittoria militare dell'Ucraina? Non un mio obiettivo". Conte getta la maschera

Le posizioni critiche del Movimento 5 Stelle nell'ambito della guerra tra Ucraina e Russia si erano iniziate a manifestare poco prima della caduta del governo guidato da Mario Draghi: Giuseppe Conte aveva dato segno pubblicamente di insofferenza per un ulteriore invio di armi a Kiev, smarcandosi progressivamente dalla linea che l'esecutivo che sosteneva. Oggi il presidente del M5S ha assunto una posizione ancora più netta, lasciandosi andare a un'assurdità: la sconfitta della Russia sul campo non può essere considerato un obiettivo da perseguire.

L'assurdità di Conte

Di recente Volodymyr Zelensky ha dichiarato che la Russia tratterà "solo quando avrà capito che non può vincere militarmente" e che alla pace si arriverà "isolando la Russia e battendola in battaglia". L'ambizione di vittoria del presidente ucraino ha però incrociato le titubanze di Conte, che innanzitutto ha ribadito la contrarietà a nuovi invii di armi a Kiev: "Lo abbiamo fatto per 7 mesi. Dobbiamo lavorare per la pace".

L'obiettivo di trionfare nella battaglia contro la Russia, ha poi aggiunto il leader del M5S, "non può essere il mio obiettivo" perché "non possiamo conseguire una vittoria militare che non sapremo quando avverrà, a quali condizioni". E ha sottolineato la necessità di sedersi al tavolo con Zelensky: "Lo stiamo aiutando da 7 mesi, abbiamo il diritto di concordare con lui le condizioni della pace. Bisogna costruire un negoziato di pace che assicuri condizioni onorevoli per l'Ucraina, che dia quindi una vittoria politica all'Ucraina". Ma come si può se nel frattempo continuano a piovere bombe?

Rassegnarsi all'invasione russa?

Non ci si può rassegnare all'invasione russa, non si può cedere al ricatto e all'azione militare di Mosca. Certamente la via diplomatica è quella auspicabile, con la pace che resta la stella polare. Ma il ragionamento deve essere chiaro: da una parte c'è un aggredito, la cui popolazione continua a subire le atrocità della guerra; dall'altra c'è l'aggressore che non sembra avere intenzione di porre fine a bombardamenti e offensive militari.

Davvero si può pensare di arrivare alla tregua in questo modo? Rivedere i concetti di integrità territoriale, sovranità e indipendenza sarebbe una mera scorciatoia illusoria, che non farebbe altro che spianare la strada ad altre invasioni e azioni militari. In gioco c'è l'equilibrio e la democrazia dell'Occidente intero. La Russia non aspetta altro che crepe, divisioni e spaccature tra i Paesi. Smarcarsi dalla linea atlantica è proprio il miglior assist a Mosca.

Su un punto, in particolar modo, ci dovrebbe essere piena convergenza: non possono essere tollerati sconti alla Russia. Conte è d'accordo?

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