L'ultima carta del Colle Lo spauracchio dell'Iva per sbloccare lo stallo

Mattarella spera in un governo in grado di trovare 13 miliardi con tagli e tasse

L'ultima carta del Colle Lo spauracchio dell'Iva per sbloccare lo stallo

Roma - L'ultima carta da giocare per il presidente della Repubblica è l'aumento dell'Iva. Se, come probabile, dal Pd non arriverà nessuna apertura al Movimento cinque stelle, il Quirinale potrebbe tentare la carta di un governo del presidente. Ma siccome anche un esecutivo del genere faticherebbe a trovare una maggioranza solida in Parlamento, il Quirinale potrebbe usare un'arma di persuasione molto potente.

Nel Documento di economia e finanza varato dal governo Gentiloni giovedì, c'è l'aumento dell'Iva previsto dalle clausole di salvaguardia. L'aliquota ordinaria dovrebbe passare dal 22% al 24,2% e quella agevolata dal 10 all'11,5%. O meglio, nel Def ci sono le maggiori entrate degli aumenti previsti da una legge in vigore. Senza un governo in carica nessuno si può fare carico di sostituire gli aumenti con altre misure che portino poco meno di 13 miliardi solo nel 2019. Tagli alla spesa o nuove tasse.

Tutte le forze politiche si sono espresse contro gli aumenti (tranne +Europa di Emma Bonino). Fortissime le pressioni dalle associazioni di categoria del commercio e dei consumatori affinché gli aumenti siano disinnescati. La prospettiva di aumenti che possono arrivare a 1.300 euro all'anno per famiglia, non piace a nessuno.

Ma l'assenza di un governo con pieni poteri renderebbe inevitabile l'aumento.

Non è quindi da escludere che un esecutivo «di scopo» possa nascere proprio per evitare la stangata fiscale. Molto più probabile, insomma, di un governo che abbia come principale compito quello di compilare una nuova legge elettorale. Una missione che gli italiani capirebbero poco, a differenza di quella fiscale.

Sergio Mattarella non si è mai espresso direttamente sull'aumento dell'Iva, ma dal Quirinale filtra la preoccupazione per l'approssimarsi delle tappe più importanti della sessione di bilancio.

Tra due giorni arriverà lo studio sulle pensioni della Commissione europea che chiederà all'Italia di non tornare indietro sulla riforma Fornero. In maggio il giudizio sui conti italiani, basato sul Def del governo Gentiloni.

Dopo l'estate inizieranno gli esami più difficili. Entro settembre, con la nota di aggiornamento del Def, dovranno essere contabilizzati eventuali misure alternative agli aumenti Iva. Dopo sarà praticamente impossibile. Poi entro l'anno la legge di Bilancio.

La principale preoccupazione del Quirinale è che il Paese si ritrovi senza governo politico proprio mentre si devono dare garanzie all'Unione europea e anche ai mercati. Un paese con un debito pubblico enorme e ritenuto poco affidabile sulla gestione delle finanze pubbliche, senza un governo autorevole potrebbe finire nel mirino della speculazione finanziaria.

L'alternativa è che il governo in carica per l'ordinaria amministrazione - quello guidato da Gentiloni o un altro - inserisca il pilota automatico facendo scattare tutte le misure che garantiscano la tenuta dei conti pubblici. Compreso l'aumento dell'Iva.

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