Alt, idea geniale di Beppe Grillo. Oltre al reddito di cittadinanza, servono altri 200 euro al mese come reddito di base europeo, e questi senza condizione, cioè senza che chi li riceve debba cercare un lavoro o darsi da fare in qualche altro modo. No, basta risiedere in Europa e parte il bonifico mensile. È la ricetta economica del comico e fondatore dei Conque Stelle per risolvere i problemi di «povertà ed esclusione sociale» in Europa, esposti in uno dei suoi post visionari dal titolo «Da Unione a Comunità col Reddito Universale Europeo», firmato «Beppe Girollo», il suo nome com'era stato storpiato dalla Oxford Union.
Grillo lo chiama «eurodividend», perchè «sussidio pubblico europeo» non suonava bene. «Tale eurodividend sarebbe distribuito a tutti i residenti adulti degli Stati membri dell'Ue su base individuale e senza test di verifica o requisiti di lavoro. E potrebbe partire da 200 euro a testa - spiega Grillo sul blog -. Si potrebbe mettere in atto già da domani. Infatti i primi studi dicono che la cifra di 200 euro è ampiamente sostenibile dall'Ue e sarebbe un primo passo importante. Concreto». Il sussidio dovrebbe andare, secondo le stime citate da Grillo, a 113 milioni di persone che in Europa vivono in condizioni economiche precarie. Moltiplicato per i 200 euro mensili, fanno 22,2 miliardi di euro al mese, 271 miliardi l'anno. Una cifra assolutamente abbordabile assicura Grillo, che si è documentato. Già, ma dove si trovano questi miliardi per finanziare il reddito di cittadinanza europeo? Anche qui al comico le idee non mancano: «Il finanziamento potrebbe essere basato su una combinazione dei seguenti prelievi: un'Iva europea, un'imposta sul reddito delle società europee, magari quelle a più alto tasso di automazione, una tassa europea sul carbonio e una tassa sulle transazioni finanziarie europee». Insomma, altre tasse da aggiungere, nel caso italiano, al già spaventoso carico fiscale per imprese e lavoratori, così da finanziare il sussidio per chi non lavora.
E l'assegno mensile di 200 euro sarebbe solo l'inizio, la cifra del sussidio va certamente alzata, Grillo pensa proprio ad uno stipendio comunitario di base che superi il concetto per cui bisogna lavorare per avere uno stipendio, roba del passato: «Per ora parliamo di 200 euro al mese. Sicuramente pochi. Ma già qualcosa su cui contare e da cui partire. Se fossero di più potremmo far studiare migliaia di ricercatori, formare migliaia di persone. Tutti hanno il diritto di sentirsi realizzati e di vivere la vita facendo ciò che vogliono, non ciò che serve al mercato». La premessa di Grillo è la solita, una delle sue ultime fissazioni: con l'automazione spariranno milioni di posti di lavoro, quindi ci saranno più disoccupati a cui bisognerà per forza passare un sussidio pubblico. Uno scenario in realtà molto dibattuto e su cui ci sono valutazioni completamente differenti (alcune ipotizzano che i posti di lavoro aumenteranno proprio grazie a robot e intelligenza artificiale).
Il comico si ispira al gruppo di lavoro «Unconditional Basic Income Europe», ma è un'idea che gli frulla in testa da tempo. Prima ancora di inserire il reddito di cittadinanza nel programma M5s, già parlava della necessità di un reddito universale che ci liberi «dall'idea che tutti devono guadagnarsi da vivere», un errore perché «andiamo verso un'epoca in cui il salariato non avrà più ragion d'essere», mentre il futuro è una società dove «chiunque per diritto di esistenza in vita, da quando nasce a quando muore ha un reddito».
All'epoca, quando gli chiedevano dove prendere i soldi, rispondeva «non so, li prenderemo da qualche parte». Nel frattempo è diventato più concreto e per il sussidio europeo ipotizza «una combinazione di prelievi fiscali». Soldi per tutti e più tasse per tutti gli altri.
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