L'ultima raccomandazione di Bagnasco ai politici: basta liti, no al populismo

Serena Sartini

No all'eutanasia, no ai bambini affidati a coppie gay, no ai populismi «ingannatori e pericolosi», basta alla politica che «non guarda al bene del Paese ma è litigiosa». L'ultima prolusione del cardinale Angelo Bagnasco alla guida della Cei è una sintesi delle raccomandazioni che la Chiesa italiana indirizza al governo e alle istituzioni e una linea programmatica dei vescovi italiani sui valori non negoziabili, primi fra tutti quelli della vita e della famiglia.

Il numero uno della Conferenza episcopale italiana, che a maggio lascerà la guida dei vescovi dopo dieci anni di mandato, mette l'accento sulla «bellezza e la necessità della famiglia» anche se «un certo pensiero unico continua a denigrare l'istituto familiare e a promuovere altri tipi di unione». «Non si comprende, al di fuori di una visione ideologica chiosa Bagnasco la costante e crescente azione per screditare la famiglia e presentarla come un modello superato o, fra altri, tutti equivalenti». Il pensiero dell'arcivescovo si fa preciso quando parla di adozione a coppie gay. «Non possiamo non dire una parola sempre rispettosa, ma chiara e convinta circa il diritto dei figli ad essere allevati da papà e mamma, nella differenza dei generi che, come l'esperienza universale testimonia, completa l'identità fisica e psichica del bambino. Diversamente, si nega ai minori un diritto umano basilare, garantito dalle Carte internazionali». Un diritto che, prosegue il porporato, «non può essere schiacciato dagli adulti, neppure in nome dei propri desideri. Essere genitore è una cosa buona e naturale, ma non a qualunque condizione e a qualunque costo». Un attacco anche alla cosiddetta teoria del gender. «Si banalizza la sessualità umana ridotta ad un vestito da cambiare a piacimento», avverte il numero uno della Cei. Che critica duramente anche la legge sul fine vita. «La morte non deve essere dilazionata tramite l'accanimento, ma neppure anticipata con l'eutanasia: il malato deve essere accompagnato con le cure, la costante vicinanza e l'amore». In cima alla lista delle preoccupazioni di Bagnasco resta anche la disoccupazione. «Nel Paese si registrano segnali positivi» ma «l'affanno della gente permane». Altra preoccupazione, il calo delle nascite. «Siamo sempre più convinti che, oltre al lavoro, sia urgente incidere su una fiscalità più umana, e chiediamo di giungere al cosiddetto fattore famiglia».

Infine un attacco alla politica: «Si occupi dei bisogni primari della gente e non sia continuamente chiusa in una litigiosità dove non entra per nulla il bene del paese». E attenti al populismo, che è «ingannatore, inconcludente e seriamente pericoloso».

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