L'ultimatum di Trump: la Cina fermi la Corea oppure agiremo da soli

Il presidente Usa minaccia un intervento militare. Mosca all'Onu: no a nuove sanzioni

Valeria Robecco

New York Si restringe sempre di più lo spazio per una soluzione diplomatica alla crisi nordcoreana, con il presidente americano Donald Trump che minaccia un intervento militare e il leader di Pyongyang, Kim Jong-un che promette nuovi test e periodici «pacchi regalo» per il tycoon. Il lancio del primo missile intercontinentale del regime ha costretto il Commander in Chief a convocare un vertice di emergenza alla Casa Bianca proprio nel giorno della Festa dell'Indipendenza per analizzare le possibili risposte. Gli Usa hanno chiesto anche una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza Onu per «domandare misure più pesanti contro Pyongyang», come ha annunciato il segretario di Stato Usa Rex Tillerson, assicurando che Washington «non accetterà mai una Nord Corea che dispone di un'arma nucleare». «Serve un'azione globale» per una «minaccia globale», ha precisato. Per il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, invece, il test «è un'altra pesante violazione delle risoluzioni del Cds e costituisce una pericolosa escalation della situazione». In risposta al vettore - che ha volato per circa 933 km raggiungendo un'altitudine massima di 2.802 km, prima di cadere nel mar del Giappone - dalle basi militari americane e sudcoreane nella penisola sono stati lanciati alcuni missili di precisione, una prova di forza volta a dimostrare il sostegno di Washington a Seul. Corea del Sud e Usa hanno sino ad ora mostrato «pazienza e autocontrollo» malgrado le provocazioni, hanno affermato in una nota congiunta il generale Vincent K. Brooks, a capo di US Forces Korea e Comando alleato, e il generale Lee Sun-jin, presidente del Comando di Stato maggiore sudcoreano. «Ma siamo in grado di cambiare la nostra scelta, sarebbe un grave errore per chiunque credere il contrario - hanno aggiunto - Come le manovre odierne hanno dimostrato, potremmo adottare decisioni risolute in ogni momento».

Secondo diversi osservatori, tuttavia, gli Usa non avrebbero una valida opzione militare per attaccare Pyongyang, poichè qualsiasi mossa provocherebbe una brutale risposta del regime, devastante per Seul. Il primo test di un missile intercontinentale (Icbm), comunque, rappresenta un importante passo avanti nel potenziale militare di Kim, che punta ad avere un arsenale nucleare a lungo raggio in grado di colpire qualsiasi parte degli Stati Uniti. Ora è fondamentale vedere cosa succederà al G20 di Amburgo, dove Trump punta a convincere il presidente cinese Xi Jinping e il russo Vladimir Putin ad agire.

Con il leader del Dragone il tycoon sperava di aver raggiunto un'intesa già dopo il bilaterale a Mar-a-Lago, ma Xi non ha dato seguito alle promesse. E per questo The Donald ha ribadito che o la Cina aiuta a fermare Kim, oppure gli Usa agiranno da soli. «Il commercio tra Cina e Corea del Nord è cresciuto di quasi il 40% nel primo trimestre. Questo è quanto riguardo ad una collaborazione di Pechino con noi, ma dovevamo fare un tentativo», ha scritto Trump su Twitter prima di partire per l'Europa. Xi e Putin, da parte loro, hanno condannato l'ultima intemperanza di Pyongyang, facendo circolare la proposta secondo cui per far ripartire il negoziato il Nord dovrebbe fermare i piani missilistici e nucleari, a fronte dello stop di Washington e Seul alle esercitazioni militari.

E mentre da Pechino arriva l'ennesimo invito alla «calma» e alla «moderazione», da Mosca il ministro degli esteri Serghiei Lavrov ha affermato che ogni tentativo di giustificare soluzioni belliche

alla crisi nordcoreana porterà a conseguenze imprevedibili nella regione. Non a caso la Russia si è opposta al Consiglio di Sicurezza Onu all'adozione di nuove sanzioni o ad ogni azione militare contro la Corea del Nord.

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