
Una marcia per Gaza nei luoghi dell'eccidio nazifascista di Marzabotto. Un corteo che si annunciava divisivo, con le prese di distanza delle comunità ebraiche e delle associazioni dei partigiani di tradizione liberal-socialista e azionista. E clima rovente, non solo a livello atmosferico, è stato, tra accuse di «genocidio» nei confronti di Israele, «Bella Ciao» e inviti agli ebrei italiani a dissociarsi dalle azioni del governo di Gerusalemme.
A organizzare la marcia diverse realtà come la Cgil, presente con il segretario Maurizio Landini, l'Arci, le Acli, Emergency e l'Anpi, che ha sfilato con il presidente Gianfranco Pagliarulo. A lanciare l'idea, il 25 aprile, era stata invece la sindaca Pd di Marzabotto Valentina Cuppi. Proprio lei non lesina negli attacchi contro Israele, nel frattempo impegnato in una guerra contro l'Iran del regime degli ayatollah. «È in corso uno sterminio di popolo. Io lo chiamo genocidio», dice Cuppi. E ancora: «A Gaza ci sono, come avvenuto qui a Monte Sole, dei bambini che vengono uccisi, fatti morire di fame, di sete, vengono fatti morire sotto le bombe. Netanyahu è il più grande carnefice dei nostri tempi e va fermato, perché sta compiendo dei crimini contro l'umanità».
Nonostante, sabato scorso, la segretaria del Pd Elly Schlein avesse usato l'espressione «pulizia etnica», senza insistere sul «genocidio», il termine viene comunque rispolverato da alcuni dem presenti alla marcia che è culminata a Monte Sole, luogo simbolo della strage nazifascista del 1944. La parola «genocidio», infatti, viene ripetuta dal sindaco di Bologna Matteo Lepore, sempre del Pd. Poi l'accusa: «Dobbiamo chiedere che per i palestinesi venga fatto quello che è stato fatto per gli ucraini. Dobbiamo chiedere che tutta l'Europa dia diritto di cittadinanza ai palestinesi che devono venire via, ma soprattutto vogliono tornare nel loro Paese». Oltre all'evocazione del genocidio, tornano anche i parallelismi, discutibili, per usare un eufemismo, tra la guerra di Israele contro Hamas a Gaza e le efferatezze compiute dai nazifascisti durante la Seconda Guerra Mondiale. «Save Gaza - Fermate il governo di Israele!», è lo slogan dell'iniziativa, che campeggia sullo striscione alla testa del corteo. In prima fila la sindaca Cuppi e il presidente dell'Ucoii (Unione delle Comunità Islamiche Italiane) Yassine Lafram. Ed è proprio l'esponente della comunità islamica a tirare in ballo gli ebrei italiani, chiedendo loro, in quanto ebrei, una presa di distanza dalle azioni del governo di un altro Paese, ovvero Israele. «Ci auguriamo che anche la comunità ebraica prenda una posizione forte di condanna rispetto a questo governo genocida, terrorista di Israele che ormai non guarda in faccia più nessuno, ma addirittura apre un altro fronte di guerra sull'Iran», arringa Lafram. Tra i partecipanti, non manca nemmeno lo slogan «Palestina Libera».
In quota big del fronte progressista si fa vedere Landini, che però abbandona il corteo poco dopo la partenza. Non prima di aver detto la sua sulla situazione in Medio Oriente. «Bisogna affermare che siamo di fronte a un massacro che non è una semplice risposta al terrorismo, mi sembra che sia sotto gli occhi di tutti che ci sia una violazione dei diritti umani senza precedenti», spiega su Gaza.
E poi, sull'Iran: «Alla luce anche di quello che sta succedendo in Iran, siamo di fronte a una situazione senza precedenti, cioè allo sdoganamento della guerra come strumento di relazione tra gli Stati e le nazioni che sta sostituendo la diplomazia e la politica».Poi la proposta, rilanciata dagli organizzatori, tra bandiere palestinesi e arcobaleno, di fronte ai circa 8 mila partecipanti: «Teniamo una conferenza di Pace a Monte Sole».