L'ultimo volo di Volpi pilota ultracentenario con 10mila ore in aria

Fino a 12 mesi fa per il suo compleanno si metteva alla cloche e sorvolava Trento

L'ultimo volo di Volpi pilota ultracentenario con 10mila ore in aria

Uno degli ultimi pionieri dell'aria ed eroe di guerra, che vantava un record incredibile: 80 anni di attività ininterrotta e oltre 10mila ore di volo, unico in Europa e secondo nel mondo. Ecco chi era Francesco Volpi, morto martedì sera nella sua Trento alla veneranda età di 105 anni. Classe 1914, il «comandante» Volpi era nato in una città che faceva ancora parte dell'Impero Asburgico. Dopo aver frequentato il liceo classico, aveva studiato giurisprudenza, laureandosi a Padova nel 1938. Ma aveva già fatto la sua prima esperienza in aereo nel 1933, quando cominciò il corso di addestramento piloti all'aeroporto militare piemontese di Cameri, dove ottenne il brevetto di volo due anni dopo.

Una vita straordinaria ed emozionante, quella del comandante Volpi, che con l'entrata in guerra dell'Italia, nel 1940, venne richiamato alle armi come pilota nella prima compagnia aerea Ala Littoria per poi passare alla 246ma Squadriglia Autonoma dei Servizi Aerei Speciali, diventando un veterano. Con il grado di tenente colonnello, riuscì a portare a termine 236 missioni di guerra sui trimotori Savoia Marchetti, con i quali volò per migliaia di ore nella campagna di Russia e, poi, in missioni impegnative su Malta e nel Mar Mediterraneo. Per le sue eccezionali doti di pilota militare era stato decorato con una medaglia di bronzo al valor militare, una croce di guerra e aveva ottenuto anche una croce di ferro dalla Germania.

Aveva sempre amato raccontare le sue esperienze di guerra e di come fosse sempre riuscito a riportare a casa il suo aereo. «A volte sforacchiato, a volte senza carburante, a volte in fiamme». Nel dopoguerra continuò a coltivare la sua passione per il volo, che aveva trasmesso anche ai due figli, fondando l'Aeroclub Trento, di cui era stato direttore, e prendendo parte alla fondazione della «Scuola nazionale di volo in montagna». Volpi aveva pure collaborato alla progettazione e alla costruzione dell'Aeroporto di Trento, il Gianni Caproni di Mattarello, terminato nel 1969.

Ogni volta che rinnovava la licenza di volo, per festeggiare il suo compleanno decollava dall'aeroporto Caproni di Trento su un aereo da turismo per sorvolare la sua città. L'ultima volta è stata il 13 ottobre dello scorso anno, quando ha compiuto 104 anni. «Ancora oggi - aveva confidato in quell'occasione al quotidiano l'Adige - provo una grande emozione ogni volta che prendo il volo. E pensare che nella mia vita ho volato su una cinquantina di velivoli differenti, dal Fiat As1 degli anni Trenta, un vero e proprio pezzo di legno. Al giorno d'oggi aveva spiegato per sottolineare quanto si sentisse a proprio agio in una carlinga - mi risulta più facile volare che andare in automobile, dato che le strade sono diventate quasi impraticabili».

Il 13 ottobre di quest'anno non ha potuto

festeggiare il compleanno ai comandi di un aereo perché da un po' di tempo era costretto su una sedia a rotelle. Ma gli occhi del comandante Volpi erano sempre rivolti al cielo in attesa di decollare per il suo ultimo volo.

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