Cronache

Lupacchini cacciato per le critiche a Gratteri. Ma le carte e il Riesame gli danno ragione

Pronto il ricorso dell'ex Pg di Catanzaro. Appelli a vuoto al Guardasigilli

Lupacchini cacciato per le critiche a Gratteri. Ma le carte e il Riesame gli danno ragione

Adesso è ufficiale: chi tocca Gratteri muore. Il procuratore generale di Catanzaro Otello Lupacchini è stato trasferito a Torino dal Csm. Non solo deve lasciare il capoluogo calabrese ma anche le sue funzioni di Procuratore generale: in Piemonte sarà un «semplice» sostituto Pg. Tutta colpa di una serie di critiche rivolte al procuratore antimafia di Catanzaro Nicola Gratteri («per molte operazioni della Procura parlerei di evanescenza, come ombra lunatica») qualche giorno dopo la maxi operazione anti 'ndrangheta Rinascita-Scott.

L'intervista al Tgcom nella quale aveva detto «ho appreso i nomi degli arrestati e le ragioni degli arresti dalla stampa, che è più importante della procura generale, evidentemente» avevano fatto sobbalzare persino il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che si è mosso in prima persona per far spostare Lupacchini. Detto, fatto. Alcuni consiglieri di Palazzo dei marescialli avevano subito aperto a carico del magistrato la procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilità funzionale.

Il passaggio davanti alla Prima Commissione e alla Sezione disciplinare del Csm non è servito a nulla. Invano l'ormai ex Pg di Catanzaro aveva detto di non aver insultato Gratteri ma di aver invece posto il problema della «criticità nei rapporti istituzionali tra Procure», come aveva ribadito il suo legale Ivano Iai.

Il bello è che Lupacchini l'allarme sulle presunte violazioni riscontrate nel mancato coordinamento tra la Procura Distrettuale guidata da Gratteri e la Procura Generale di Catanzaro l'aveva lanciato ben prima della discussa intervista al Tgcom con un esposto al Procuratore generale della Corte di Cassazione (che all'epoca delle denunce era Riccardo Fuzio, poi dimessosi per il noto scandalo emerso dall'inchiesta di Perugia) e allo stesso Guardasigilli. Su quella denuncia è calato il silenzio. Nel quale si trincera lo stesso Lupacchini, contattato dal Giornale («Mai come in questo caso la forma è sostanza»).

Il problema è che i fatti danno ragione a Lupacchini, che infatti lavora a un ricorso, visto che il trasferimento avrà delle ricadute negative sulla sua carriera. Da un lato c'è il Riesame, che sta ridimensionando molte delle misure restrittive decise dal gip sulla base delle carte dell'inchiesta. Dall'altro emergono le prove che lo scontro tra Lupacchini e Gratteri ha radici antiche. C'è persino un'interrogazione parlamentare rivolta al Guardasigilli, su cui è calato il silenzio di Via Arenula. Insomma, una specie di guerra sotterranea che si gioca sulla pelle di Lupacchini e di altri magistrati del distretto di Catanzaro, molti dei quali capi di uffici giudiziari.

Peraltro, c'è chi fa notare da ambienti giudiziari che «sarebbe stato giusto rimuovere Lupacchini se avesse avallato l'inchiesta di Gratteri con parole di elogio, che non sono mancate da altri magistrati, perché così avrebbe veramente tradito il suo mandato e i suoi doveri istituzionali».

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