L'uscita di Berlusconi. "Forza Italia ambisca a ritornare al 20%"

Il Cav alla Fiera di Treviglio. Tajani: "La Ronzulli? I cambi sono naturali nei partiti"

L'uscita di Berlusconi. "Forza Italia ambisca a ritornare al 20%"

La prima uscita di Berlusconi dopo la nomina di Licia Ronzulli a commissario lombardo di Forza Italia avviene proprio in uno dei centri più attivi della regione. Ieri sera alla Fiera di Treviglio il leader azzurro ha parlato a una vasta platea composta principalmente da sindaci (una quarantina) e consiglieri comunali della Bergamasca (oltre 300), chiamati a raccolta dal deputato Alessandro Sorte che per la serata ha scelto un titolo fortemente programmatico: sempre in campo per difendere la libertà. Con lui sul palco il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, il parlamentare Alessandro Cattaneo e la stessa Ronzulli, acclamata all'apertura dei lavori da una entusiasta platea di oltre 1200 persone, e la coordinatrice provinciale Alessandra Galloni. Mentre a Roma Tajani spiegava ai giornalisti la due giorni di Napoli del 20 e 21 maggio. E rassicurava sul cambio ai vertici del partito in Lombardia. «La Ronzulli? I cambi sono naturali nei partiti».

Quello di Berlusconi è un ritorno. È lui stesso a usare la parola. Perché vede in questa campagna elettorale un nuovo inizio. E scalda subito la platea con una forte ambizione: «Dobbiamo tornare al governo con i nostri alleati. Forza Italia però deve recuperare quel ruolo di protagonista che ha sempre avuto e vi chiedo di ambire a tornare al 20%».

Berlusconi parla di Napoli e mostra alla platea i fogli del suo discorso. «Lo sto preparando. E mentre lo preparavo mi è tornato in mente il periodo della mia prima discesa in campo. Mi tormentava nel '94 l'idea che la magistratura avesse distrutto il pentapartito praticamente lasciando il campo alla sinistra. Non poteva essere. Non potevamo lasciare ai comunisti il Paese. Ed è per quello che sono sceso in campo. Contro il parere della mia famiglia e dei dirigenti delle mie aziende».

Il '94 come il '48. Non è la prima volta che il leader azzurro torna sul parallelo dei due monetine cruciali della nostra storia. «A dodici anni andavo ad attaccare i manifesti con su scritto Dio ti vede, Stalin no». Ci vuole il coraggio di voler cambiare, avverte Berlusconi. E di cose per cui tornare a battersi ce ne sono tante. Dal rischio della patrimoniale, dalle tasse sulla successione, dalla crisi del mondo del lavoro, il presidente di Forza Italia sciorina dati e temi. Berlusconi fa sentire vividamente alla platea che l'entusiasmo è quello dei vecchi tempi. E dei vecchi tempi il presente condivide anche le grandi ambizioni. «Mi ero allontanato dalla politica ricorda dopo la condanna per frode fiscale. Condanna che mi è stata comminata grazie all'introduzione di una nuova legge con valore retroattivo!».

La sala si esalta nel ricordo delle vittorie e degli obiettivi futuri. Berlusconi passa in oltre mezz'ora di discorso a braccio dalla crisi internazionale, ai vertici con Russia e Stati Uniti a Pratica di Mare. Avverte la platea del pericolo cinese e ricorda che lo spirito della serata («Combattere per la libertà») è un faro che non potrà mai spegnersi. «Attenzione dice non esiste soltanto il pericolo del totalitarismo della Federazione Russa. C'è anche la Cina che rappresenta per la comunità internazionale e per i Paesi democratici un pericolo più che concreto».

La stessa Ronzulli nel suo discorso introduttivo ha sottolineato una cifra di questo «nuovo inizio» ricordando le sofferenze di una terra, la provincia bergamasca, che per prima ha dovuto affrontare

lo spettro della pandemia. «Da qui ripartiremo». Mentre Cattaneo notava che dopo due anni di pandemia questo è il primo appuntamento con la base e i sindaci: «Perché la comunità deve riappropriarsi del senso di comunità».

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