La morale di Giancarlo Cancelleri, parafrasando George Orwell, si potrebbe riassumere così: «Nelle liste M5s ci sono degli impresentabili ma alcuni sono più impresentabili degli altri». Il candidato governatore grillino in Sicilia, prendendo spunto dal romanzo orwelliano «La Fattoria degli Animali» ha sentenziato senza pietà: «Ciappina ci ha mentito ed è fuori dal M5s. Noi non facciamo sconti». Soprattutto se i candidati non hanno voti. Scrive Cancelleri su Facebook, accusando la stampa: «Ora invece ci sbattono in prima pagina per un condannato dal tribunale militare che non porta neanche un voto e che non potevamo sapere».
Il capro espiatorio di tutti i guai di Cancelleri si chiama Gionata Ciappina. Ha 43 anni è di Catania e un passato da carabiniere. Nella notte tra il 12 e il 13 aprile del 2013, l'appuntato Ciappina insieme al collega Salvatore Gueli, in quel periodo entrambi erano in servizio presso la tenenza di Mascalucia (Catania), lascia un posto di blocco. Il 20 maggio del 2015 il candidato grillino viene condannato dal Tribunale militare di Napoli a due mesi di reclusione. Come si può leggere dalla sentenza e dal racconto del collega Gueli, quella notte di aprile di quattro anni fa l'appuntato Ciappina «aveva sonno» e all'alba è stato trovato a dormire in caserma. Tutto qua. Grave ma non troppo. Non tanto da definire l'ex militare dell'Arma un «impresentabile».
Ma per la doppia morale grillina gli impresentabili sono solo i candidati degli altri partiti. E così, se sono M5s, un imprenditore imparentato con un inquisito per mafia oppure un assessore in pectore socio in affari di due arrestati per truffa e frode fiscale, o ancora un sindaco simbolo della lotta all'abusivismo edilizio indagato lui stesso per quel reato, non corrono rischi. Dunque Giacomo Li Destri, l'imprenditore eroe che ha realizzato «la trazzera» (la strada di campagna, ndr) che ha ricollegato i paesi all'autostrada quando l'A/19 era divisa in due per il crollo di un pilone, non si tocca anche se è cugino di un inquisito per mafia, perché porta voti eccome. Non si tocca come Salvatore Corallo, socio di arrestati per truffa. E come Angelo Cambiano, indagato per abusivismo edilizio, assessore in pectore. Li Destri resta in lista e Cancelleri lo difende parlando di «macchina del fango».
Corallo, ex assessore a Ragusa e assessore alle Infrastrutture designato da Cancelleri, come riporta anche il quotidiano La Sicilia, al momento dell'elezione in Comune ha omesso di dichiarare le sue partecipazioni in tre società, una sottoposta a procedura fallimentare e due in liquidazione. E, secondo una visura storica della Camera di Commercio visionata da Il Giornale, fino al 1998 è stato amministratore delegato di una società (Ascon Srl), i cui soci Salvatore Brinch e il padre Giuseppe sono stati arrestati nel 2010 per truffa aggravata e frode fiscale. Cambiano, già sindaco di Licata simbolo della lotta agli abusi edilizi, da ieri è rinviato a giudizio proprio per la «realizzazione di un immobile in assenza di titolo abitativo edilizio». La vicenda risale al 12 maggio 2016 quando un'ispezione dei vigili urbani aveva contestato le irregolarità. Ieri Cambiano si è difeso con un video in cui affermava di non «avere scheletri nell'armadio». E il candidato Cancelleri su Facebook approva e condivide la difesa d'ufficio.
Poi c'è l'altro assessore in pectore Angelo Parisi che vuole «bruciare vivo» Rosato. Ma chi paga è solo Ciappina.E sorgono i primi dubbi su un'espulsione non decretata dai probiviri M5s, che sono tre parlamentari come prevede il regolamento grillino. Ma Cancelleri fa il «sergente di ferro». Per finta.
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