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M5s fermo ai penultimatum "Giuseppe è stato purgato"

Un grillino: "Hanno vinto Draghi e Mattarella". Ma la base resta tesa: "Basta con i piedi in testa"

M5s fermo ai penultimatum "Giuseppe è stato purgato"

Ci risiamo. Un'altra giornata all'insegna dei penultimatum, delle minacce e dei chiarimenti. Un giovedì in cui, però, tutto finisce in un nulla di fatto. Una fonte di primo piano del M5s riassume così la situazione alla fine del Consiglio dei Ministri urgente sul caro bollette. «Draghi e Mattarella hanno purgato Conte, al momento non succederà nulla», il commento sconsolato. Eppure dalla mattinata riparte il tam tam sull'appoggio esterno. Fonti pentastellate parlano dell'idea di fare un passo indietro, o meglio di lato, assicurando l'appoggio esterno ma di fatto sfilandosi dall'esecutivo». Una svolta che sarebbe propiziata dal pressing intenso della base e della maggioranza dei parlamentari. Soprattutto Palazzo Madama è una bolgia. Dal feudo dei contiani arrivano solo proclami bellicosi. «Non possiamo continuare a farci mettere i piedi in testa», sbotta un senatore. In chiaro la linea dei fedelissimi di Conte è quella di mettere l'accento sulle spinte della base e degli eletti per un'uscita dall'esecutivo, continuando però ad assicurare che, al momento, il M5s resta della partita.

I vertici dei Cinque Stelle - a taccuini chiusi - agitano lo spettro di un'incidente parlamentare. Un casus belli in Parlamento per cogliere l'occasione di sfilarsi dal Consiglio dei Ministri e provare a risalire nei sondaggi rimanendo all'interno del perimetro della maggioranza. Le occasioni in Aula non mancherebbero, soprattutto sul Dl Aiuti. Provvedimento che dovrebbe contenere il sì al termovalorizzatore a Roma e lo stop alla proroga del Superbonus. Stefano Patuanelli, invece, ripete il mantra. «Non c'è una volontà del Movimento di uscire dal governo, c'è una spinta al Movimento ad uscire», spiega il ministro delle Politiche Agricole, molto vicino a Conte. Patuanelli però parla di «molte provocazioni» all'indirizzo del M5s. «Penso a molti temi che hanno un'appartenenza politica del Movimento, come il Superbonus e il reddito di cittadinanza stesso continua il ministro - entrambi sono elementi che erano parte dell'entrata del Movimento 5 Stelle in questo governo e che quotidianamente vengono messi in discussione da altre forze politiche o dal governo stesso».

Conte, intanto, sempre attraverso fonti del suo entourage, fa sapere che non ha in programma di vedere Draghi di persona per un chiarimento. Almeno non nel brevissimo termine. «Dopo quello che ha detto, non pensiamo che Conte e Draghi possano incontrarsi adesso», spiegano dal M5s. Il problema, infatti, è che Conte non prende per buona la smentita arrivata ieri da Palazzo Chigi sui messaggi e le telefonate tra il premier e Grillo. Conversazioni in cui, secondo il sociologo Domenico De Masi, Draghi avrebbe chiesto al Garante di rimuovere l'avvocato dalla guida dei pentastellati. Per Conte si tratta di «smentite tardive, quindi poco credibili». E però Patuanelli ripete: «Non abbiamo mai parlato di appoggio esterno in nessuno dei nostri Consigli Nazionali». Anche Mario Turco si posiziona sulla stessa linea d'onda. «L'appoggio esterno non è all'ordine del giorno, ma c'è una forte pressione da parte di molti parlamentari», riflette il vice di Conte.

Turco però conferma anche il sì alla regola dei due mandati. Posizione che fa innervosire molti contiani, che invece puntavano sull'avvocato di Volturara per ottenere deroghe. E torna il sospetto di nuove fughe verso Luigi Di Maio. «La maggioranza di voi è al primo mandato, ma noi non penalizziamo chi ha fatto un'esperienza», dice Di Maio all'assemblea congiunta dei gruppi di Ipf.

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