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M5S: puntata secca su Di Maio che scalpita per l’incarico

M5S: puntata secca su Di Maio che scalpita per l’incarico

L’appuntamento è per giovedì alle 16,30. Ed è un appuntamento che i Cinque stelle stanno preparando già da prima del voto. La delegazione pentastellata sarà l’ultima a salire al Colle, e non è un caso che Sergio Mattarella abbia voluto chiudere il primo giro di consultazioni con il partito che, forte del suo 32 per cento di voti, è diventato centrale.

A incontrare il presidente saranno il capogruppo al Senato Danilo Toninelli e l’omologa alla Camera Giulia Grillo, guidati dal capo politico del Movimento. Luigi Di Maio ha preparato il terreno facendo di tutto per rendersi «incaricabile». All’inizio dello scorso ottobre, il leader a 5 stelle era salito al Quirinale per una sorta di presentazione ufficiale come leader politico del Movimento, aveva discusso dei temi che riteneva centrali per il Paese, presentato le proprie preoccupazioni per la legge elettorale e poi aveva detto pubblicamente: «Ringrazio il presidente per avermi ricevuto».

Poco prima del voto, a costo di uno strappo all’etichetta istituzionale, è salito di nuovo al Colle, ricevuto stavolta dal segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti (con il quale aveva costruito una consuetudine a Montecitorio quando il funzionario era segretario generale della Camera e lui vicepresidente), per presentare la lista degli «aspiranti ministri». Nei giorni successivi non ha mancato di ricordare il ruolo del Quirinale e il rispetto per la saggezza del presidente. Un modo per gettare le basi per un incarico, ma Di Maio sa che non basta e che ci vorrà tempo.

Al presidente dirà quel che ha detto pubblicamente: che l’M5s è stato «è stato il partito più votato» e il no a «premier non votati da nessuno o peggio che hanno perso»; un modo per dire che l’incarico spetta ai Cinque stelle. Posizioni buone per la propaganda, ma a Mattarella i grillini non possono raccontare favole: con il 32% dei voti non si governa.

Perciò, fissati i paletti, Di Maio e i suoi spiegheranno soprattutto di essere pronti a parlare con tutte le forze politiche, come hanno cercato di mostrare in questi giorni. A quel punto Mattarella potrebbe toccare il punto più imbarazzante: perché con tutti tranne che con Berlusconi?

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