M5s in soccorso di De Raho e Scarpinato. "Contro di noi ritorsioni e metodi mafiosi"

Bagarre al Senato con striscioni per i parlamentari ex pm

M5s in soccorso di De Raho e Scarpinato. "Contro di noi ritorsioni e metodi mafiosi"
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Il cortocircuito grillino innescato dalle dichiarazioni del’ex Ros Mario Mori provoca danni alla memoria. L’altro giorno il premier Giuseppe Conte e i suoi due scudieri Federico Cafiero de Raho e Roberto Scarpinato in una scombinata conferenza stampa hanno tirato per la giacchetta i capo dello Stato Sergio Mattarella, accusando di «depistaggio la commissione Antimafia, il suo presidente Chiara Colosimo e tutto il centrodestra, oltre naturalmente al coraggioso generale scagionato da tutte le accuse di aver favorito Cosa Nostra dopo anni di graticola.

La bagarre di ieri alla Camera ne è la naturale conseguenza, con la deputazione grillina che in apertura di seduta in aula al Senato ha brandito cartelli con le scritte democrazia silenziata e Referendum oscurato mettendo in un unico pacchetto di mischia il presunto silenzio Rai sulla consultazione referendaria, la tempistica dell’intervento in aula del ministro degli Esteri Antonio Tajani su Gaza e la mafia. Colpa della norma in commissione Affari costituzionali che secondo i grillini «serve a far fuori dalla commissione Antimafia Roberto Scarpinato e Federico Cafiero De Raho, due magistrati che per tutta la vita hanno combattuto la mafia» ma che in realtà agevola il lavoro della commissione sul dossier mafia-appalti che sfiora Scarpinato e sul finanziere Pasquale Striano e il suo presunto dossieraggio di cui de Raho sarebbe stato a conoscenza secondo le deposizioni in Antimafia dei suoi collaboratori del tempo. «Sui nemici delle mafie ritorsione che fa inorridire, tipico delle organizzazioni malavitose», sentenziano i capigruppo M5s Stefano Patuanelli e Riccardo Ricciardi, «non vi permetteremo di metterci il bavaglio», sibila Giuseppe Conte. «Non meraviglia il nervosismo degli esponenti grillini che strepitano contro il centrodestra con accuse farneticanti», replica l’azzurro Maurizio Gasparri, secondo cui «chi ha accusato Mori o ha diretto la Procura Antimafia - oggi sotto indagine - si vede smentito e non può certo stare tra coloro che fanno i controlli». A lui ribatte il Pd Walter Verini, che tira in ballo il solito menù a base di «verità scolpite, storiche e giudiziarie, sui rapporti tra mafia, stragismi, appalti, poteri occulti, estremismo nero, soggetti politici» che il centrodestra vorrebbe occultare.

Il Quirinale, tirato per la giacchetta, guarda in silenzio. Qualcuno ricorda che tra gli orrori partoriti da quella stagione giudiziaria che gli ex procuratori e Conte vogliono difendere a tutti i costi c’è anche un indagine di Scarpinato contro lo stesso Mattarella, che qualche anno fa il Fatto quotidiano aveva ricicciato col suo solito carico di veleno, quando il notabile Dc era in corsa per il suo primo mandato al Colle.

L’inchiesta contro lui e lo Scudo crociato nata dalle rivelazioni dell’imprenditore agrigentino della «Impresem» Filippo Salamone, ancora incensurato seppure in odore di mafia per i suoi rapporti con Angelo Siino, il «ministro dei Lavori pubblici» dalla mafia, si dimostrò basata sul nulla, «senza riscontri» e smontata da tutti i processi con sentenze di merito passate in giudicato (la numero 519 del 1 marzo 2000 del tribunale di Palermo), anche a reato prescritto, ricordò lo stesso Mattarella qualche anno fa. La furia iconoclasta contro la Dc, fatta con le solite modalità della pesca a strascico, distrusse vite e carriere ma portò a pochissime condanne. L’attuale capo dello Stato aveva messo in conto che sarebbe stato infangato, si dimetterà da commissario regionale, attribuendo il «prezzo altissimo» di questo calvario giudiziario alle «decisioni spesso dure che mi hanno provocato avversione».


Che oggi l’ex pm siciliano Scarpinato, da parlamentare M5s, invochi l’aiutino di un politico che aveva ingiustamente indagato, dando credito a false accuse e mascariandone il suo onore, rende benissimo l’idea della confusione in cui i protagonisti di quella orrenda stagione giudiziaria sono precipitati.

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