Madrid accusa: "L'economia messa a rischio da Barcellona"

Madrid accusa: "L'economia messa a rischio da Barcellona"

Madrid - Passate le sfarzose celebrazioni del Día de la Hispanidad che, non c'entra nulla con Cristoforo Colombo, ma omaggia le forze armate di casa, la Moncloa è tornata a farsi i conti in tasca. Le cata-turbolenze minano seriamente l'economia, da poco in netta ripresa dopo anni di agonia e disoccupazione alle stelle (scesa al 15,2%, quasi 7 punti sotto i tremendi dati del 2011). È, infatti, in gioco un prezioso punto di Pil, se la Catalogna continuerà sulla strada della dissidenza e forzerà per l'illegalità. Lo aveva già detto il ministro dell'Economia, de Guindos, poco prima del referendum del 1° ottobre. Venerdì, la vice-presidentessa del Consiglio Soraya Sáenz de Santamaría è ritornata sulle stime per il 2018, parlando esplicitamente di «recessione», «maggiore decelerazione» e «rischio per la ripresa economica». Parole funeste che la Spagna era convinta di avere lasciato alle spalle. «Il Governo, in base agli ultimi eventi in Catalogna, persistendo la volontà di sovranità, è costretto a rivedere le stime per il 2018», ha detto la vice di Rajoy, «un effetto è visibile già nella fuga di cento aziende in altre comunità».

L'agenzia S&P, citata dal ministro della Pubblica Amministrazione, Montoro, ha allertato la Spagna che gli effetti negativi di una politica avversa in Catalogna «provocheranno una forte decelerazione, col rischio di azzerare la crescita e indurre il Paese a una recessione».

Eppure la locomotiva spagnola era ripartita, grazie anche alla pesante riforma del mercato del lavoro attuata dall'esecutivo Popolare a inizio 2015. Due punti percentuali in più nel 2016 e tre nel 2017, una crescita che aveva ridato speranza anche alle aziende straniere che erano ritornate a reinvestire massicciamente in Spagna. «Il 2017 e 2018 dovevano essere ottime annate per crescita e lavoro», ha detto la Sáenz con la delusione in volto, «Con gli eventi in Catalogna, siamo meno ottimisti e più prudenti. Ci attendono mesi d'instabilità come dicono le agenzie (per il rating, ndr)».

Nelle stesse ore in cui parlava la vice di Rajoy, il presidente della Commissione Europea,

Jean Claude Juncker bacchettava la Spagna: «Non voglio che la Catalogna sia indipendente, altrimenti altre autonomie seguiranno. Sono giorni che chiedo a Rajoy di trovare soluzioni immediate per non perdere il controllo».

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