Il Pd incassa le prime condanne per i politici di Mafia Capitale. Per quelli che hanno preferito il giudizio con il rito abbreviato, che oltre a prevedere uno sconto di pena gli ha evitato di partecipare al maxi processo in corso nell'aula bunker di Rebibbia nel quale molti dei 46 imputati, tra cui l'ex Nar Massimo Carminati e il suo braccio destro Salvatore Buzzi, sono alle prese con il pesante reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. In questo caso l'accusa di mafia non c'è, ma c'è quella di corruzione per i legami con l'organizzazione di Carminati&Buzzi. Nessuna via d'uscita per gli imputati, l'impostazione della Procura di Roma ha retto ancora una volta. Condanne sono arrivate per l'assessore alla Casa della giunta Marino, Daniele Ozzimo, che il sindaco-chirurgo aveva subito scaricato dicendo che il suo nome gli era stato imposto dal Pd, per l'ex consigliere comunale di Centro democratico Massimo Caprari, oltre che per due ex collaboratori di Luca Odevaine e per l'ex braccio destro del mini sindaco di Ostia, Andrea Tassone. Il gup Alessandra Boffi ha inflitto due anni e due mesi di reclusione all'ex assessore, la stessa pena sollecitata dai pm, per una tangente da 20mila euro mascherata da contributo elettorale nel maggio del 2013 e per l'assunzione di un'amica al Bioparco. L'accusa è quella di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. «Noi c'abbiamo Ozzimo», diceva il ras delle cooperative in un'intercettazione. E lui in cambio si sarebbe dato da fare affinché arrivassero più fondi alle coop di Buzzi che nel municipio di Ostia, poi sciolto per mafia, avevano l'appalto per la pulizia delle spiagge e la manutenzione del verde pubblico. Per un'altra accusa, quella di corruzione per asservimento alla funzione, l'ex assessore è stato invece assolto, come anche la Procura aveva chiesto dopo aver riascoltato in aula un'intercettazione («Ozzimo 'n pija soldi») che nelle trascrizioni aveva perso la negazione e offerto ai pm tutt'altra lettura. L'esponente Pd, tornato il libertà alla vigilia di Natale, ora dice che se l'aspettava la condanna e che farà appello. Il suo legale, Luca Petrucci, ritiene «difficile commentare una sentenza senza fondamento». «Credo che sia un monito per la politica», sostiene l'avvocato. Due anni e quattro mesi è la condanna ottenuta da Caprari, ex capogruppo Cd, per aver ottenuto tre assunzioni in cambio del suo voto alla delibera sui debiti fuori bilancio che favoriva le coop di Buzzi. A Gerardo e Tommaso Addeo, gli ex collaboratori dell'ex capo di gabinetto del sindaco Veltroni, Luca Odevaine, sono stati invece inflitti un anno e dieci mesi ciascuno. Due anni e due mesi, a Paolo Solvi, che era il braccio destro dell'ex presidente del X municipio. Hanno preferito patteggiare la pena i quattro ex dirigenti della coop La Cascina accusati di corruzione per aver pagato Odevaine, quale componente del Tavolo di coordinamento nazionale per i richiedenti asilo, che li avrebbe aiutati ad aggiudicarsi il bando per la gestione del Cara di Mineo: due anni e otto mesi per Francesco Ferrara, due anni e sei mesi per Domenico Cammisa, Salvatore Menolascina e Carmelo Parabita, oltre alla confisca di 400mila euro.
Ci sono anche altri imputati eccellenti che presto dovranno comparire in Tribunale per Mafia Capitale: il 17 febbraio tocca a Maurizo Venafro, ex capo di gabinetto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, sotto accusa per alcune presunte irregolarità legate all'appalto del servizio Cup, il 23 marzo all'ex sindaco Gianni Alemanno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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