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Mafia a Roma, scatta l'indagine del prefetto

Sfuma l'ipotesi dello scioglimento del Consiglio Comunale di Roma. Ma ci sarà comunque un controllo diretto sugli atti del Campidoglio

Mafia a Roma, scatta l'indagine del prefetto

Dopo l'ondata di arresti, parte l'indagine amministrativa. Lo scandalo "Mafia Capitale" rischia di far implodere il Campidoglio e la Giunta Marino. Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha, infatti, delegato il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, a "esercitare i poteri di accesso e di accertamento nei confronti del Comune di Roma". Il prefetto verificherà l’esistenza dei presupposti per chiedere al governo il commissariamento del Comune. Si allontanerebbe, in questo modo, l’ipotesi dello scioglimento, una delle tre possibilità insieme al mancato intervento per non interferire sull’attività giudiziaria. "I corrotti pagheranno tutto - ha assicurato il premier Mattei Renzi - fino all'ultimo giorno, fino all'ultimo centesimo".

La materia dello scioglimento per mafia è l'ipotesi più dolorosa sul tavolo del prefetto. Il testo unico sugli enti locali prevede la possibilità di sciogliere i consigli comunali e provinciali solo quando "emergono concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori" o su forme di condizionamento degli stessi, tali da determinare un’alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi. Per il presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosi Bindi, la scelta di Alfano permetterà di "valutare se ricorrano o meno i presupposti per un commissariamento". "L'obiettivo non può essere quello di punire l'amministrazione - ha commentato la Bindi - ma di individuare e superare le eventuali zone d'ombra per restituire fiducia ai cittadini".

Renzi ha annunciato nuove misure anticorruzione che saranno decise nel Consiglio dei ministri di giovedì: "Quando uno che ruba può patteggiare e trovare la carta di uscita gratis di prigione come nel Monopoli - ha promesso Renzi - questo è inaccettabile. In Italia su una popolazione carceraria di circa 50 mila persone, in carcere per corruzione con sentenza passata in giudicato sono solo 257". Giovedì mattina, insieme al ministro della Giustizia Andrea Orlando, porterà in Consiglio dei ministri quattro modifiche al codice penale.

Anche oggi, in un'aula del tribunale di Roma, sono continuati gli interrogatori di garanzia degli indagati finiti agli arresti domiciliari. Tra oggi e domani, davanti al gip Flavia Costantini dovranno comparire Rossana Calistri, Franco Cancelli, Patrizia Caracuzzi, Raniero Lucci, Sergio Menichelli, Marco Placidi, Emanuela Salvatori e Mario Schina arrestati, a seconda delle posizioni, per reati che vanno dalla turbativa d’asta alla rivelazione del segreto d’ufficio, alla corruzione aggravata. Per il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini, "i carabinieri e la magistratura hanno fatto uno straordinario lavoro smantellando la cupola criminale e un sistema di malaffare che ha corroso la società, l’economia romana e del Paese, considerato che Roma è la capitale d’Italia".

La diocesi di Roma ha smentito qualsiasi tipo di implicazione nell'inchiesta sulla cupola mafiosa di Roma. Il cardinale Agostino Vallini ha spiegato che da tempo sta provvedendo a fare chiarezza sulle attività dell’ente ecclesiastico "Arciconfraternita Santissimo Sacramento e di San Trifone". Il cardinale ha predisposto due visite canoniche all’Arciconfraternita e ha disposto da tempo che essa non sottoscriva nuove convenzioni con alcun ente pubblico né con cooperative di qualsiasi genere. "Il nome compare ancora sul sito del Vicariato di Roma - hanno spiegato - perché alcuni contratti stipulati in passato stanno arrivando a conclusione".

Ma la decisione adottata è quella di "estinguere l’Arciconfraternita".

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