Mafiosi e corrotti, ecco la scomunica

Dopo le frasi del Papa il Vaticano prepara il primo documento ufficiale in materia

Mafiosi e corrotti, ecco la scomunica

Roma - Lo aveva detto in occasione della sua visita in provincia di Cosenza, nella piana di Sibari, nel giugno 2014, davanti a oltre 250mila persone: «Coloro che seguono la strada del male, i mafiosi, non sono in comunione con Dio, sono scomunicati». Era un anatema fortissimo contro la mafia, che non aveva precedenti. Ora Papa Francesco va oltre e intende scrivere nero su bianco che i mafiosi e i corrotti vengano scomunicati, ovvero siano considerati fuori dalla chiesa e non possano accedere ai sacramenti.

È stata la sala stampa vaticana a diffondere un comunicato in cui si annuncia l'intenzione di stilare un testo su questo. Una decisione presa all'indomani del primo dibattito internazionale sulla corruzione che si è svolto in Vaticano il 15 giugno, promosso dal dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, in funzione dal primo gennaio 2017. Un summit dedicato al tema della corruzione, anche nel suo intreccio con le mafie e il crimine organizzato.

«La lotta alla corruzione e alle mafie - si legge nella nota vaticana - è una questione non solo di legalità, ma di civiltà». «Abbiamo pensato questo incontro per far fronte a un fenomeno che conduce a calpestare la dignità della persona - ha precisato il cardinale Peter Turkson, presidente del dicastero -. Noi vogliamo affermare che non si può mai calpestare, negare, ostacolare la dignità delle persone. Quindi spetta a noi, con questo dicastero, saper proteggere e promuovere il rispetto per la dignità della persona. E per questo cerchiamo di attirare l'attenzione su questo argomento».

Da qui l'annuncio, che rappresenterebbe una svolta storica senza precedenti: «Il gruppo sta provvedendo all'elaborazione di un testo condiviso che guiderà i lavori successivi e le future iniziative. Tra queste, si segnala al momento la necessità di approfondire, a livello internazionale e di dottrina giuridica della Chiesa, la questione relativa alla scomunica per corruzione e associazione mafiosa».

Il segretario del medesimo dicastero, l'arcivescovo Silvano Tomasi ha poi spiegato che l'obiettivo è «sensibilizzare l'opinione pubblica, identificare passi concreti che possano aiutare ad arrivare a delle politiche e delle leggi eventualmente che prevengano la corruzione, perché la corruzione è come un tarlo che si infiltra nei processi di sviluppo per i Paesi poveri o nei Paesi ricchi, che rovina le relazioni tra istituzioni e tra persone. Quindi - ha sottolineato - lo sforzo che stiamo facendo è quello di creare una mentalità, una cultura della giustizia che combatta la corruzione per provvedere al bene comune».

Dal dicastero vaticano si fa sapere che i «tempi di elaborazione del testo non sono definibili» e che il tema è il «principale argomento di approfondimento sui cui confluiranno pareri di esperti». Dopo la stesura del documento, il cardinale Turkson dovrà presentarlo a Papa Bergoglio che avrà l'ultima parola prima della pubblicazione.

Quello che si può immaginare è che si tratterà di una sorta di vademecum con indicazioni e linee guida per parroci e vescovi diocesani, che dovranno decidere se in alcuni casi di corruzione o associazione mafiosa si dovrà considerare la scomunica e quindi si dovrà negare la possibilità di fare padrini di battesimi e cresime.

Le parole pronunciate da Papa Francesco in Calabria nel 2014

richiamarono alla mente la dura condanna di Giovanni Paolo II alla mafia in occasione della sua visita alla Valle dei Templi, ad Agrigento nel 1993: «Lo dico ai responsabili, convertitevi. Una volta arriverà il giudizio di Dio».

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