Secondo Luigi Di Maio quell'incontro, che aveva fatto infuriare la Francia al punto da richiamare il proprio ambasciatore da Roma, doveva essere con l'ala «pacifica» dei gilet gialli. Invece il vertice con il gilet Christophe Chalençon, per suggellare una possibile l'intesa in vista delle Europee, ora è un caso e apre l'ennesima frattura in seno al Movimento.
Già, perché proprio uno dei leader della rivolta francese considerato «moderato» dai grillini, in un fuori onda trasmesso da Piazza Pulita, ha parlato di un possibile colpo di Stato: «Abbiamo dei paramilitari pronti a intervenire perché anche loro vogliono far cadere il governo. Oggi è tutto calmo ma siamo sull'orlo della guerra civile.
Quindi si trovino delle soluzioni politiche molto rapidamente, perché dietro ci sono delle persone pronte a intervenire da ovunque. Delle persone che si sono ritirate dall'esercito e che sono contro il potere». Un golpe. Tanto che per placare le proteste interne al M5s in queste ore serve a poco la presa di distanza dello stesso Di Maio, che ieri a Roma, alla presentazione dei primi 4 esponenti dei partiti che hanno sposato il progetto del Movimento per le elezioni europee, ha disconosciuto Chalençon. Il quale proprio questa settimana sarebbe dovuto arrivare nella Capitale: «Oggi qui non ci sono gli esponenti dei gilet gialli, perché non abbiamo intenzione di dialogare con quelle anime che parlano di guerra civile e lotta armata».
Gli animi non si placano, soprattutto i tanti che avevano storto il naso di fronte a quell'incontro a Parigi - già allora Chalençon era noto per aver parlato di guerra civile - oggi riletto come uno scivolone. Malumori a cui dà voce il deputato grillino Emilio Carelli: «Probabilmente bisognava incontrarlo per capire chi era. A questo punto ci voleva forse un po' più di prudenza».
Piovono attacchi dall'opposizione: «Luigi Di Maio non sa chi incontra? Le posizioni aberranti di Chalençon erano note da mesi. Nessuno ha informato il vicepremier?» si chiede il dem Andrea Marcucci. Rincara la senatrice Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia: «L'alleato francese di Di Maio ha annunciato il golpe e la guerra civile. Ringraziando sentitamente i 5 stelle che gli hanno conferito legittimità internazionale».
L'incontro tra il vicepremier e Chalençon era stato anche il motivo per cui giovedì scorso Emmanuel Macron aveva richiamato il suo ambasciatore in Italia, Christian Masset, avendo considerato la mossa dei cinque stelle una provocazione. «Riparte oggi per Roma», ha annunciato invece ieri la ministra per gli Affari europei, Nathalie Loiseau. Il rientro dell'ambasciatore segna il disgelo dopo giorni di tensione, ed è frutto della telefonata distensiva tra lo stesso presidente francese e il capo dello Stato Sergio Mattarella: «Abbiamo udito Salvini dire che non voleva una guerra con la Francia e abbiamo sentito Di Maio dire cose complicate ma era stato lui a mettersi da solo in una situazione molto complicata - ha precisato la ministra francese - Credo che l'Italia abbia bisogno della Francia. Lavoriamo insieme».
Il vicepremier Salvini ha ribadito di essere «contento per polemica chiusa» con la Francia ed aggiunge: «Adesso rinnovo la richiesta d'incontro con il ministro francese all'Interno, con l'obiettivo di riportare in Italia alcuni dei 15 terroristi latitanti da anni in Francia».
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