Di Maio attacca Salvini: "I veri amici sono leali. Da adesso chiamiamoci con nome e cognome"

Luigi Di Maio parte all'attacco e su Facebook (senza mai fare nomi) se la prende con Salvini

Di Maio attacca Salvini: "I veri amici sono leali. Da adesso chiamiamoci con nome e cognome"

Nel governo gialloverde i gialli e i verdi sono sempre più divisi. Dopo che il Senato ieri ha respinto le richieste del centrodestra di votare la sfiducia a Giuseppe Conte già nel corso di questa settimana, l'aria è pesantissima. Tutto si gioca - come già spiegato - fra il 20 e il 22 agosto. Forse, solo in quel momento riusciremo a capire il destino dei gialli e dei verdi e se il presunto inciucio è diventato realtà.

Intanto, nel governo sta succedendo di tutto. Compresa la Open Arms che sta facendo ingresso in acque territoriali italiane. Ma proprio in questo tutto va evidenziato come il M5S nelle ultime ore abbia completamente tolto ogni freno e sia partito all'attacco di quello che prima era il suo alleato di governo. Matteo Salvini è stato completamente messo nel mirino. Non bastavano i cari dem, ora il carico da 100 lo mettono pure i grillini.

E se in queste ore gli insulti e le offese del MoVimento contro iol vicepremier leghista non si contano neanche più, uno in particolare balza all'occhio. Non è un'offesa, ma quasi. Luigi Di Maio, infatti, ha pubblicato sul suo profilo Facebook un post accompagnato da qualche riga. Nel post in questione si legge: "Non mi sono mai piaciute quelle persone che fanno gli amici di tutti. Per me l'amicizia è una cosa seria, è un valore fondamentale nella vita. I veri amici sono sempre leali. D'ora in poi chiamiamioci con nome e cognome". E a questo aggiunge: "Col sorriso, senza polemica, ma quando ci vuole ci vuole".

Bene, ma a chi si riferisce? A Salvini. Chi ieri ha seguito la diretta al Senato avrà sicuramente notato che il vicepremier leghista in almeno due occasioni si è rivolto ai senatori del MoVimento chiamandoli "amici 5 Stelle". Ecco, questo non è piaciuto a Giggino che subito ha alzato la cresta.

Non è piaciuto perché forse non si sarebbe mai aspettato che la Lega giocasse in anticipo e desse il suo "ok" al taglio dei parlamentari.

Fatto sta che ora i due (ex) compagni di merende sono più nemici che amici.

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