Scoppia la pace tra Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. I due, dopo mesi di frizioni, si sono incontrati segretamente e hanno siglato il “patto della staffetta”. Il primo resterebbe capo politico del M5S, mentre il secondo sarebbe il frontman della campagna elettorale.
“Faremo campagna elettorale insieme”, è, come rivela l'HuffPost, quel che si sarebbero detti i due pentastellati. Di Battista si è già espresso a favore dell'eliminazione del vincolo dei due mandati dando così via libera alla ricandidatura dello stesso Di Maio e l'attuale vicepremier vede di buon grado il ritorno sulla scena di 'Dibba' per ridare voce all'ala movimentista, tenuta sopita in quest'anno di governo. Lo stesso premier Giuseppe Conte non gradirebbe fare una campagna elettorale identitaria da 'barricadero' e, quindi, non è detto, come si è paventato in queste ore, che possa essere lui il candidato premier. Ma questo è, paradossalmente, un problema secondario per il M5S. Ora i vertici, se vogliono davvero le urne, devono occuparsi delle decine di parlamentari alla prima legislatura, i cosiddetti 'peones', che temono di non essere rieletti e sognano un governo Pd-M5S. Un esecutivo che scriva almeno la legge di bilancio e magari approvi il taglio del numero dei parlamentari. “Non possiamo consegnare il Paese alla Lega, meglio un accordo con il Pd”, dicono.
Un'eventualità difficile da divenire realtà con Di Maio e Di Battista in campo fianco a fianco. Entrambi, infatti, ricorda l'Huffington, hanno definito il Pd il "Partito di Bibbiano" e l'editor 'Dibba' punta a scrivere un libro sulla vicenda.
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