Roma - Non è andata giù al leader del M5s Luigi Di Maio quella frase di Matteo Salvini sul limite al pagamento in contanti che «se fosse per me abolirei». Non un annuncio, come aveva precisato lo stesso leader leghista. Ma una frase che ha consentito a Salvini di incassare applausi prima e poi titoli su tutti i quotidiani. «Nel contratto questo punto non c'è. Lavoriamo su altri fronti», ha precisato ieri il ministro dello Sviluppo e del lavoro.
Gli altri impegni sono comunque gravosi. Li aveva accennati lo stesso Di Maio qualche giorno prima all'assemblea di Confcommercio (Salvini ha parlato a Confesercenti). Oltre a sterilizzare l'aumento dell'Iva, il leader pentastellato ha annunciato l'abolizione dello spesometro, degli studi di settore e dello «split payment». Misure che in teoria sono a costo zero, ma che necessitano di una copertura. Soprattutto il pagamento anticipato dell'Iva sulle forniture alla pubblica amministrazione.
Difficile insomma che la misura arrivi in tempi brevi, prima della legge di stabilità.
Potrebbe, invece, arrivare già con il decreto sulla crescita il rinvio della fatturazione elettronica per i distributori di carburanti.
«Stiamo lavorando con il ministro Tria per rinviare la fatturazione elettronica al primo gennaio 2019», ha confermato Di Maio. Soddisfatti i commercialisti, preoccupati per le difficoltà nell'attuare il nuovo adempimento fiscale.
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