Di Maio non vuole il voto "Serve maggioranza solida"

Il capo politico dei 5 Stelle. Di Maio, propone 10 punti per un nuovo accordo di governo. E allontana l'ipotesi di un ritorno al voto

Di Maio non vuole il voto  "Serve maggioranza solida"

Dopo l'apertura di Salvini ai Cinque Stelle, c'era attesa per la risposta di Luigi Di Maio. Il leader del Movimento Cinque Stelle, dopo un breve colloquio col Capo dello Stato ha spiegato qul è la posizione dei 5 Stelle. Di Maio nel suo intervento dei Cinque Stelle di fatto ha elencato dieci punti che a suo dire sono una priorità per il Paese e che vanno realizzati in questa legislatura. Il capo politico del Movimento ha spiegato che al primo posto di questo elenco di cose da fare c'è il taglio dei parlamentari in questa legislatura. Un dettaglio non da poco questo. La mossa di Di maio che intende chiudere la partita sul taglio dei parlamentari in questa legislatura tra le righe indica la volontà dei Cinque Stelle di non interrompere il corso di questa e dunque di spingere più avanti il ritorno alle urne. Tra gli altri punti proposti da Di Maio c'è anche una riforma della Rai e quella sul conflitto di interessi. Tra le priorità grilline resta una rivisitazione delle concessioni autostradali e le norme sulla cittadinanza digitale. Poi il leader del Movimento dopo aver elencato il "nuovo programma", di fatto ha chiuso la porta (per ora) alla Lega affermando che il contratto di governo e la lealtà della Lega di fatto sono stati minati "dall'apertura unilaterale della crisi di governo".

In sostanza il grillino ai punti proposti da Zingaretti ha risposto con 10 punti che secondo i 5 Stelle vanno a rappresentare l'ossatura di un eventuale nuova agenda di governo. Ed è in questo senso che il leader grillino ha sottolineato di aver avviato colloqui e contatti per l'individuzione di una maggioranza solida. Un punto questo che porta all'apertura di due forni. Il primo con la Lega che è favorevole al taglio dei parlamentari, il secondo con i dem che hanno chiesto però di rivisitare le modalità della sforbiciata agli scranni. Ma la sensazione è che l'accordo non sia stato ancora raggiunto ed è per questo motivo che bisognerà attendera la resa dei conti all'interno dei 5s e all'interno dei dem per capire se possa prevalere l'ipotesi ribaltone.

Di Maio ha affermato che il "Movimento non teme un ritorno alle urne", ma nei fatti con sapienti giri di parole si è arrocatto a "palazzo" per salvare la poltrona. Adesso la palla è nel campo del Quirinale e Mattarella dovrà decidere se concedere ulteriore tempo per le trattive o se rompere gli indugi e indicare la via del voto.

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