Di Maio gioca sulle pensioni (e su 163 tavoli di crisi)

Il superministro rilancia la «quota 100» e la revisione del Jobs Act. Lo aspettano battaglie su Ilva, Tim e Alitalia

Di Maio gioca sulle pensioni (e su 163 tavoli di crisi)

L'ultima «grana» è arrivata proprio il 31 maggio, quando il governo Conte stava vedendo la luce: Tim e sindacati non hanno raggiunto l'accordo sulla cassa integrazione straordinaria per per circa 30mila dipendente, come previsto dal nuovo piano dell'ad Amos Genish. L'incontro al tavolo con il ministero del Lavoro è fissato l'8 giugno. Assieme a questa vertenza ce ne sono altre 160 sul tavolo dell'ex ministro dello Sviluppo Calenda, ultima quella dello spedizioniere Fedex. Nella diretta Facebook di ieri però ha toccato ben altre tematiche. A partire dall'omaggio a Marchionne: «Mi fa piacere che Fca investa nell'auto elettrica lo dico senza ironie» e «il Jobs act va rivisto perché c'è troppa precarietà», ha detto aggiungendo che «ormai le persone non solo non hanno più la certezza per sposarsi, ma non hanno la certezza nemmeno di prenotare le proprie vacanze».

Eventuali interventi in ambito di diritto del lavoro (intesi come stretta ai licenziamenti o riduzione ulteriore della flessibilità) sono a costo zero. Diversamente da altri punti programmatici. Di Maio, infatti, ha confermato «quota 100» per le pensioni in modo da superare la riforma Fornero reintroducendo le pensioni di anzianità per coloro che hanno almeno 41 anni di contribuzione previdenziale (e poi a scalare a seconda dell'età anagrafica). Questa innovazione costerebbe dai 5 agli 8 miliardi di euro all'anno. Secondo il presidente Inps, Tito Boeri, il costo annuo si attesterebbe sui 15-20 miliardi con un un'incidenza immediata sul debito pari a 100 miliardi. «I centri per l'impiego non devono essere più una umiliazione», ha poi aggiunto Di Maio sottolineando di voler convocare «tutti gli assessori al Lavoro delle Regioni italiane» per discutere di «più personale, più risorse e una filosofia diversa per dare risposte a chi non ha lavoro». Secondo le premesse grilline, la riforma dei centri per l'impiego e dell'Anpal costerebbe 1,5-2 miliardi che si aggiungerebbero ai 15 miliardi previsti per il reddito di cittadinanza che, però, dovrebbe partire dall'anno prossimo. Gli assegni partiranno da 780 euro al mese per un single fino a 1.630 euro per una famiglia con due figli ed entrambi i genitori disoccupati. Il neoministro dovrebbe essere coadiuvato dall'economista Lorenzo Fioramonti come sottosegretario. Ben prima di questo dossier si dovrà affrontare la questione Ilva. Entro il 30 giugno i sindacati e l'acquirente Arcelor Mittal dovranno raggiungere un accordo. Ma sono previsti 4mila esuberi e il contratto di governo lascia trasparire la volontà di chiudere l'impianto tarantino. E poi che ne sarà di Alitalia? Lega e M5S hanno espresso parere sfavorevole alle proposte di acquisto tra le quali quella di Lufthansa. La ventilata possibilità di una rinazionalizzazione cozza con lo statuto della Cassa depositi e prestiti che si vorrebbe coinvolgere ma che non può investire in aziende in perdita gestendo il risparmio postale degli italiani.

Ma Di Maio ha già una mossa a sorpresa: nominerà consulente l'imprenditore monzese Sergio Bramini, fallito a causa dei debiti non onorati

dalla pa. E poi il capo politico dei 5 stelle vuole colpire le aziende che ricevono contributi pubblici e delocalizzano. Questi «colpi di teatro» fanno presa e fanno passare in secondo piano la sostenibilità del programma.

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