Il reddito di cittadinanza agli stranieri? «L'obiettivo è darlo agli italiani e ai lungo soggiornanti che abbiano dato un grande contributo al nostro Paese», ha detto ieri il vicepremier Luigi Di Maio, precisando che «non stiamo dunque parlando dei 5 anni che ci sono nella bozza del decreto, che va cambiato». In buona sostanza, per evitare nuove frizioni con la Lega, il capo politico pentastellato intende cambiare le norme che equiparano gli extracomunitari residenti nel nostro Paese da almeno 5 anni a tutti gli altri cittadini. «La lungo soggiornanza di 5 anni per i cittadini stranieri sarà cambiata», ha concluso Di Maio.
La «volontà politica» del governo è erogare, quindi, il beneficio esclusivamente agli italiani. Per questo, fonti qualificate M5s sostengono che dall'ultima bozza verrà eliminata la possibilità che il reddito vada anche agli stranieri residenti in Italia da almeno 5 anni. Tra le ipotesi allo studio dei tecnici, l'idea prevalente prevede che il reddito vada agli stranieri residenti nel nostro Paese ma da 10 anni, e non 5. Anche perché gli immigrati regolari che risiedono nel nostro Paese da 10 anni possono ottenere la cittadinanza e quindi diventano a tutti gli effetti cittadini italiani. Secondo le stime di Palazzo Chigi, una tale rimodulazione determinerebbe l'assegnazione del beneficio a una platea composta al 90% da italiani.
In questo modo si potrebbero sopire le controversie con il Carroccio che, sebbene non si sia espresso ufficialmente, aveva delegato prima di Capodanno Alberto Brambilla, esperto di previdenza e consigliere di Matteo Salvini, a sottolineare come «il reddito di cittadinanza ad aprile sarebbe una follia» perché «5 milioni di famiglie equivalgono a 22 milioni di persone» che, sommate agli altri 10 milioni di percettori di sussidi a vario titolo, creerebbero un presupposto per manifestazioni di piazza. Molta irritazione aveva poi creato la diffusione della bozza di lavoro contenente le previsioni di distribuzione del reddito di cittadinanza in base alla quale 1,2 miliardi sarebbero erogati a cittadini stranieri mentre le Regioni maggiormente beneficiarie sarebbero Campania, Sicilia e Lazio, che non possono essere definite roccheforti leghiste.
Ovviamente, fino a quando non ci sarà un testo definitivo non si può avere nessuna certezza. Occorre, tuttavia, ricordare che la direttiva europea 109 del 2003 prevede l'equiparazione degli stranieri «lungo soggiornanti» ad avere parità di trattamento per quanto riguarda l'assistenza sociale rispetto ai cittadini nati nello Stato membro in cui abitano. Poiché tale status è subordinato al «possesso da almeno cinque anni» di un permesso di soggiorno in corso di validità, le difficoltà che il governo dovrà fronteggiare non sono poche. Basti pensare anche alle recenti sentenze della Consulta che, sulla base di queste norme comunitarie, hanno sempre tutelato gli extracomunitari nell'accesso alle prestazioni sociali dal bonus bebé fino all'assegno di invalidità. Ecco perché Di Maio ha accennato anche alla questione degli stranieri «che abbiano fornito un grande contributo al Paese».
Poiché lo stratagemma è «smontabile» con l'articolo 3 della Costituzione, le opposizioni hanno avuto buon gioco nella critica. «Di Maio inventa i requisiti, forse pensa di essere il presidente della Repubblica che nomina i senatori a vita», ha commentato Licia Ronzulli (Fi).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.