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Di Maio vede la Appendino: asse verso il congresso

Di Maio vede la Appendino: asse verso il congresso

Ufficialmente si sarebbe parlato dell'organizzazione degli Stati Generali del M5s, che molto probabilmente si terranno a Torino dal 13 al 15 marzo prossimi. Un passaggio cruciale per il Movimento, in un momento di forte disorientamento politico e voci che si rincorrono su un capo politico tentato dal mollare la guida di una truppa, quella stellata, sempre più divisa e litigiosa. In questo contesto si inserisce il «bilaterale» a sorpresa di ieri sera a Roma tra Luigi Di Maio e Chiara Appendino.

«Spero non lasci la guida del M5s», ha chiarito il sindaco dopo il vertice. Quasi a stoppare ogni dietrologia che la vorrebbe alle soglie di una nomina importante all'interno del partito. E qui le ipotesi si affastellano, nella grande confusione grillina. Capo politico? Probabilmente Di Maio ancora non si è deciso a gettare la spugna. Anche se le voci su un suo possibile addio non si sono spente. Allo stesso tempo, si continua a parlare di organismi collegiali di supporto al leader. O di un ticket insieme a una donna. Oltre il magma delle ipotesi, rimangono i fatti. Appendino gode di buona stima da parte di Di Maio, non è mal vista dalle altre anime del M5s. E soprattutto è gradita a Casaleggio. Appendino è stata voluta a Torino dal capo politico con il presidente dell'Associazione Rousseau. E rappresenta ancora il volto vincente della strategia imposta sull'asse Milano-Pomigliano d'Arco. Le diplomazie delle diverse correnti, comunque, si sono allarmate. Ma dai vertici in serata sono arrivati messaggi distensivi. Si fa trapelare di «un incontro organizzativo, per verificare la possibilità di tenere a Torino i nostri Stati Generali».

In questi giorni convulsi, però, ogni mossa rischia di gettare nel panico i parlamentari che osservano da lontano le evoluzioni di una crisi interna dagli esiti ancora imprevedibili. In tanti temono che l'implosione della leadership di Di Maio possa portare alla fine anticipata della legislatura. Che significa, molto banalmente, incertezza sul futuro. Accanto a loro, un gruppetto determinato a disarcionare il leader, e con lui il guru Casaleggio.

Tutti, però, seguono con ansia i bilaterali blindati.

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