Nino Materi
Una telefonata rassicurante alla madre, come fanno le brave figlie quando si supera una «certa ora»: «Mamma, tutto ok sto tornando, sono vicino casa...». Le due di notte. Sara Di Pietrantonio, 22 anni, studentessa modello, invia l'ultimo sms. La sua è una famiglia per bene: di quelle con i genitori che non vanno a letto (o, se ci vanno, non riescono a prendere sonno) prima che i figli non siano tutti tornati a casa.
Subito dopo quella comunicazione alla famiglia, il destino di Sara precipita sul piano inclinato della tragedia. Qualcuno (uno sconosciuto o una persona che lei conosce bene e di cui si fida?) la colpisce. Poi dà fuoco al corpo. Passano le ore. Sara non torna a casa. La mamma è disperata. Si mette alla ricerca della figlia. Arriva nella zona indicato da Sara nell'ultima telefonata, nei pressi della propria abitazione. C'è un'auto in fiamme. È l'auto di Sara. Poco più in là un corpo semicarbonizzato. È quello di Sara. La mamma lo vede. Crolla svenuta. Arriva la Scientifica. Non ci sono dubbi: omicidio. È il «giallo della Magliana». Nome che evoca antiche sventure.
Il corpo dell'universitaria è steso a terra, tra i cespugli, accanto al muretto di un parcheggio di un ristorante, in zona Magliana appunto. Gli investigatori cercano di ricostruire le ultime ore di vita della studentessa, ascoltando amici e conoscenti della giovane per capire dove e con chi abbia trascorso la serata. La Procura apre un fascicolo contro ignoti per omicidio volontario. Un aiuto potrebbe venire anche da eventuali registrazioni di telecamere di sicurezza lungo la strada.
«Sara si era lasciata con il ragazzo da un paio di giorni. Non lo conoscevamo benissimo ma ci sembrava un bravo giovane - raccontano i familiari della vittima -. L'altra sera è uscita con un'amica e ha mandato, come di consuetudine, un messaggio alla madre quando aveva riaccompagnato la sua amica a casa, non abbiamo idea di quello che sia accaduto».
Sara abitava in una palazzina di proprietà della sua famiglia, poco distante dal luogo in cui è stata ritrovata morta. Studiava Economia all'Università di Roma Tre ed era figlia unica. Una giovane di cui tutti dicono solo cose belle.
Il drammatico racconto delle zie della ragazza ricostruisce le fasi angoscianti della notte: «La mamma di Sara, a seguito del messaggio della figlia e non vedendola tornare, ha chiesto a un parente di accompagnarla per rintracciare Sara. Dopo aver trovato l'auto in fiamme, la donna ha intravisto un altro focolaio. Parevano degli abiti che andavano a fuoco. Era invece il corpo di Sara che bruciava».
«Sara le aveva mandato un messaggio in cui la avvertiva che stava tornando - raccontano le zie - e dopo 20 minuti la mamma, non vedendola arrivare si è preoccupata. Sono prima andati sotto casa dell'amica con la quale era uscita, e tornando indietro hanno visto la macchina avvolta dalle fiamme».
Le parenti della studentessa ricordano che sono stati i vigili del fuoco ad indicare che c'era un'auto in fiamme: «Quando la mamma di Sara si è avvicinata ha visto la figlia a terra, con le braccia larghe e la camicetta sbottonata. Non abbiamo idea di cosa sia successo.
Certo, è strano che una persona che scappa avvolta dalle fiamme si nasconda dietro un muretto per chiedere aiuto».In questo delitto di «stranezze» ce ne sono tante. Ma forse la soluzione del giallo è più vicina di quanto si possa credere.
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