All'apparenza le vedi e sembrano mamme normali. Poi cominci ad ascoltare le loro ragioni e capisci che sono troppo avanti per te, troppo intelligenti per i comuni mortali. Loro, infatti, riescono a vedere «pericoli per la salute» in una legge che noi - da poveri ingenui - pensavamo avesse l'obiettivo opposto: salvare la vita dei bambini, considerato che negli ultimi anni ne sono morti già otto in una maniera tanto assurda quanto evitabile. Parliamo dell'obbligo da parte di chi trasporta bimbi piccoli in auto di dotarsi del cosiddetto seggiolino-intelligente; la novità, rispetto al passato, è che i nuovi dispositivi sono dotati di un apposito marchingegno elettronico che avverte il conducente nel caso si dimentichi di avere un baby passeggero a bordo.
Quindi, tutti d'accordo sull'opportunità del provvedimento? Macché, tre mamme trentine hanno subito promosso una petizione online per «abolire la legge», che ha già raggiunto circa 4mila sottoscrizioni. Motivo? «È una follia mettere sensori elettromagnetici sotto il sedere di un'intera generazione di bambini». Secondo queste tre mamme, i «sensori elettromagnetici rappresentano un pericolo per la salute dei piccoli»; neppure una parola su quegli otto poveri bambini che, se ci fossero stati dei sensori sul seggiolino, oggi sarebbero ancora vivi.
Sembra incredibile, ma tanti genitori (equamente suddivisi tra mamme e papà) hanno avuto la disgrazia di uscire dall'auto, chiudere sportelli e finestrini, scordandosi che sul seggiolino c'era il figlio che avrebbero dovuto accompagnare all'asilo. Quando la memoria torna, a volte si fa in tempo a rimediare, salvando il bimbo imprigionato nella vettura; mentre in altri casi le conseguenze possono essere ben più drammatiche. Come dimostrano le otto disgrazie capitate in Italia e le altre centinaia di casi simili accaduti nel resto del mondo. In tutte queste tragedie - in cui gli stessi genitori sono da considerare vittime e non certo colpevoli - è avvenuto lo stesso meccanismo. Nella mamma o nel papà è scattato un interruttore che in psichiatria si chiama «vuoto di memoria transitorio»: una forma di temporanea sconnessione delle funzioni della coscienza.
Quando si rientra in sé, a volte è troppo tardi: dalla memoria, un black out temporaneo che porta a dimenticare totalmente un pezzo di esistenza.
Due i punti su cui si fonda la petizione promossa dalle mamme (ribattezzabili, no-seggiolinox).
Punto primo: l'«irrilevante (irrilevante? ndr) incidenza delle morti per dimenticanza in auto».
Punto secondo: la «non conoscenza degli effetti di questi dispositivi elettromagnetici sui bambini».
Indignata la reazione di Alessandro Urzì, consigliere regionale (FdI) dell'Alto Adige ed esperto di trasporti: «Il bluetooth è una tecnologia del tutto sicura perché intensità e potenza del segnale sono particolarmente basse. La posizione delle mamme no-seggiolino è paradossale perché è come se volesse mettere al sicuro i bimbi da un rischio inesistente per esporli ad uno reale»..
Detto ciò, alcuni aspetti incongrui della questione-seggiolini non possono essere sottaciuti: la legge è nata pasticciata ed è proseguita peggio; obblighi e
sanzioni sarebbero dovuti scattare con più gradualità; ai cittadini non è stata garantita la dovuta informazione; sulla vendita e la produzione dei tecno-seggiolini andrebbe fugato ogni sospetto di speculazione commerciale.
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