I bandi andavano deserti. Le cooperative non partecipavano più perché l'accoglienza a quel prezzo «non può essere garantita». Con l'era Salvini i gestori dei centri che ospitano i migranti si erano visti tagliare il costo degli appalti tanto da, così denunciavano, essere costretti a rinunciare alle gare per le condizioni economiche «insostenibili»: da 34 euro a persona si era passati a un range compreso tra i 19 e i 26 euro. Il rischio a cui ha dovuto ovviare il Viminale era di non riuscire più garantire l'accoglienza per la mancanza di soggetti disposti a farlo a quel prezzo. Per questo il ministero ha diffuso alle prefetture che si occupano dei bandi una circolare che prevede un aumento del rimborso giornaliero per ogni migrante ospitato pari a circa 2-4 euro, il 10% per cento della cifra in vigore prima del taglio di Salvini. Questo dovrebbe rendere più «appetibile» l'accoglienza. Sono stati gli stessi prefetti ad allarmare il Viminale sui bandi a vuoto, e in molti casi hanno chiesto ai gestori di continuare l'attività in regime di proroga. Il ministero si è rivolto all'Anac per un parere: senza modificare il decreto Salvini, l'autorità ne ha dato un'interpretazione più elastica dando il via libera all'aumento della diaria media giornaliera.
«Una buona notizia. Per noi i percorsi di integrazione sono irrinunciabili sia per la dignità delle persone accolte, che per l'attenzione al territorio», commenta Arci. Duro, invece, Matteo Salvini: «Dopo aver riaperto i porti, il governo riapre i portafogli degli italiani, aumentando i soldi per chi accoglie richiedenti asilo. Noi avevamo ridotto da 35 euro ad una media europea fra i 19 e i 26 euro al giorno il compenso per ogni immigrato, questo governo fa ripartire il business legato agli sbarchi. Vergogna!».
Si tratta di pochi euro in più, fanno sapere dal Viminale, che erano necessari per fermare la fuga dalle gare che avrebbe portato al caos. Le cifre venivano giudicate dalle cooperative appena «sufficienti per garantire vitto e alloggio», e considerate del tutto inadeguate per realizzare progetti di inserimento, a partire dai corsi di italiano. «Auspichiamo altrettanta solerzia nei controlli, per evitare che il denaro pubblico venga di nuovo utilizzato, invece che per migliorare i servizi nei centri, per scopi del tutto diversi, alimentando anche circuiti di illegalità. Con l'immigrazione già aumentata in modo esponenziale a gennaio, i professionisti del business sono sicuramente già pronti a rientrare in azione», avverte l'azzurra Anna Maria Bernini.
Intanto è polemica su una società di una multinazionale svizzera che a Trieste ha vinto un appalto per la gestione di un centro con un forte ribasso: «Il ministero verifichi le condizioni di aggiudicazione alla compagine societaria della Ors Italia.
Il ribasso del 14% appare anomalo, e la mancanza di esperienza triennale di questa società, nonché il carattere esplicitamente commerciale sollevano dubbi sulla qualità dei servizi assicurati», accusa Debora Serracchiani (Pd).
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