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Mancia elettorale lampo L'esecutivo si sveglia sul reddito di inclusione

L'insolito attivismo dopo il caos alla Camera Fino a 485 euro al mese per 660mila famiglie

Mancia elettorale lampo L'esecutivo si sveglia  sul reddito di inclusione

Il day after del fallimento del Tedeschellum è stato caratterizzato da un insolito attivismo del Consiglio dei ministri. L'esecutivo ha infatti dato il via libera a un provvedimento dal chiaro sapore elettoralistico proprio nell'ultimo giorno della campagna per le amministrative: il reddito di inclusione o in forma abbreviata Rei. Il premier Gentiloni e il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, hanno infatti dato l'ok al decreto legislativo che attua la legge delega sul contrasto alla povertà.

Lo stanziamento è di 1,7 miliardi di euro per l'anno in corso ed è tutto compreso nel Fondo antipovertà, ma Poletti ha promesso che verrà incrementato con altre risorse destinate in particolare all'inclusione attiva verso il lavoro (il 15% del Fondo), che prevedono, tra l'altro, l'assunzione di 600 addetti nei Centri per l'impiego. «In totale siamo sui 2 miliardi l'anno» dall'anno prossimo, ha specificato. D'altronde, si tratta di risorse già ricomprese nella Stabilità 2016 e nella legge di Bilancio di quest'anno e che finora non erano state spese.

La platea potenzialmente interessata, ha spiegato il ministro, è di «circa 660 mila famiglie di cui 550mila con figli minori: riusciamo già a raggiungere quasi completamente il target cui stiamo guardando» che riguarda 1,7 milioni di persone. I primi beneficiari saranno, soprattutto, nuclei con figli minori, donne in gravidanza, figli con disabilità, ultra 55enni disoccupati. L'ammontare del Rei, corrisposto in 12 mensilità, andrà da un minimo di 190 a un massimo di 485 euro per le famiglie con cinque o più componenti e sarà fruibile tramite una carta prepagata che prenderà il posto della «vecchia» Carta acquisti. Il sussidio, infine, sostituirà il Sostegno all'inclusione attiva (Sia) e anche l'Asdi (l'assegno di disoccupazione), che non sarà più erogato a partire dal 2018.

I requisiti per l'accesso prevedono un Isee massimo di 6mila euro (con tetto a 3mila per la parte reddituale), un patrimonio immobiliare sotto i 20mila euro (esclusa l'abitazione principale), un patrimonio mobiliare da massimi 10mila euro. Il decreto fissa inoltre l'avvio dal 2018 dell'Isee precompilato. Non potranno accedere al beneficio coloro che nei due anni precedenti la richiesta hanno acquistato auto, moto, barche. Il rei, però, è compatibile con lo svolgimento di un'attività lavorativa, mentre per i disoccupati è finalizzato alla ricerca di un impiego. Il sussidio verrà infatti devoluto per 18 mesi con intervalli di 6 mesi tra un periodo e l'altro di erogazione.

La parte fondante di questo provvedimento è proprio la definizione di un «progetto personalizzato» volto al superamento della condizione di povertà, ossia alla formazione di competenze che consentano di inserirsi o di migliorare la propria posizione nel mondo del lavoro. Raggiante Gentiloni per aver «varato per la prima volta uno strumento universale contro la povertà, ma al tempo stesso sappiamo che serviranno altri passi», cioè una «politica generale del governo sull'inclusione sociale che proponiamo anche a livello europeo e della quale ho parlato recentemente con Macron». È stato Gentiloni a recitare ieri il ruolo dello statista, del premier paternalista, del politico lungimirante. E, d'altronde, questo governo è destinato a durare.

Ancora.

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