Calcio

Mancini, fuga di Ferragosto con le dimissioni via Pec: "È una scelta personale"

Non è stato il classico fulmine a ciel sereno. È stata una tempesta, la tempesta azzurra che ha sconvolto il cielo sopra Coverciano e la prossima stagione della Nazionale chiamata, a settembre, al debutto nel girone di qualificazione europea

Mancini, fuga di Ferragosto con le dimissioni via Pec: "È una scelta personale"

Ascolta ora: "Mancini, fuga di Ferragosto con le dimissioni via Pec: "È una scelta personale""

Mancini, fuga di Ferragosto con le dimissioni via Pec: "È una scelta personale"

00:00 / 00:00
100 %

Non è stato il classico fulmine a ciel sereno. È stata una tempesta, la tempesta azzurra che ha sconvolto il cielo sopra Coverciano e la prossima stagione della Nazionale chiamata, a settembre, al debutto nel girone di qualificazione europea. In queste ore di metà agosto, il club Italia è rimasto senza ct. Mai accaduto nella storia recente e passata della federazione 4 volte campione del mondo e 2 volte campione d'Europa! Roberto Mancini, ct del club Italia dal 14 maggio 2018, di recente nominato coordinatore anche delle under 21 e 20, si è dimesso. L'ha fatto al calar delle tenebre, sabato sera, via pec, mettendo in crisi la prossima pre-convocazione e procurando un colpo mortale alla credibilità dello stesso presidente federale Gabriele Gravina che l'aveva difeso con le unghie e con i denti dopo la rovinosa eliminazione per Qatar 2022. Il ct via Instagram ha spiegato: «Le dimissioni da c.t. della Nazionale sono state una mia scelta personale. Ringrazio il presidente Gabriele Gravina per la fiducia, insieme a tutti i membri della Figc. Saluto e ringrazio tutti i miei giocatori e i tifosi che mi hanno accompagnato in questi 5 anni. Porterò sempre nel cuore la straordinaria vittoria dell'Europeo 2020. È stato un onore». «Avvertivo un clima di mancata fiducia» la spiegazione in sintesi confidata dal ct ad amici e collaboratori che ha però bisogno di una lettura più complessa alla luce dei recentissimi avvenimenti.

Gravina non è dello stesso avviso, naturalmente. Anzi si è sentito tradito e politicamente messo all'angolo tanto che nel giro di qualche ora non è mancata la stoccata del ministro per lo sport Andrea Abodi («Sono dispiaciuto e perplesso, le nomine dello staff erano concordate o no con Mancini?») dal tecnico al quale aveva offerto piena solidarietà e massimo sostegno nei giorni cruciali seguiti alla sconfitta amarissima contro la Macedonia. Dicono infatti le fonti federali: ma come, abbiamo dotato lo staff azzurro dei nuovi profili di Barzagli, Bollini e Gagliardi, su sua richiesta, e questo è il ringraziamento? A bene vedere, proprio nelle pieghe dell'ultima clamorosa scelta federale, è custodita la chiave di questo gesto di Mancini che oseremo definire alla Mancini visti certi precedenti in materia.

Cosa è successo di preciso allora? La versione indiretta del ct dimissionario ormai è un'altra: ha dato il benestare all'ingresso dei tre nuovi collaboratori ma nel frattempo si è visto privato di due storici amici sampdoriani, Nuciari e Lombardo, dirottati ad altri incarichi mentre sul conto di Evani ha fornito una versione diversa rispetto a quella più nota e pubblicata da il Giornale.

È confermato infatti che sul conto della convocazione di Bonucci (per le fasi finali della Nations league di giugno scorso) e della mancata chiamata di Locatelli, c'è stato un deciso contrasto col suo vice, favorevole alla presenza del centrocampista e non del difensore. «Ma sono opinioni tecniche normali nell'ambito di uno staff senza alcuna conseguenza» la definizione cara al ct. In concreto, quando si è trattato di procedere al rimpasto dei suoi collaboratori, Mancini aveva suggerito di spostare Evani all'under 21 mentre la federazione ha compiuto una scelta diversa offrendo (tramite il segretario del club Italia Vladovich) all'ex vice ct la responsabilità della nazionale femminile gentilmente rifiutata. Evani ha mangiato la foglia da un lato, dall'altro Mancini non ha gradito di passare come colui che ha scaricato il suo sodale della Samp. A dare credito a certe indiscrezioni persino la nomina a capo delegazione di Gigi Buffon sarebbe stata vissuta come una complicazione.

Il danno procurato dalle dimissioni del ct dopo una carriera scandita dal trofeo europeo 2020, da 61 panchine (di cui 39 vittorie, 13 pari e 9 sconfitte) non è soltanto tecnico. A poche ore dalle pre-convocazioni da spedire ai club chi potrà assolvere all'incarico? Probabilmente il vice appena nominato, Bollini, con la consulenza del resto dello staff nella peggiore delle ipotesi. Poi c'è anche il danno quello all'immagine del calcio italiano e del suo maggiore dirigente, componente dell'esecutivo dell'Uefa, Gravina appunto. Infine da non sottovalutare le conseguenze legate all'aspetto commerciale: alcuni sponsor hanno già registrato le campagne pubblicitarie con Mancini con scadenza dicembre 2023.

Quale sarà la loro reazione? A fornire infine la spiegazione più suggestiva di tutte hanno provveduto i media arabi: secondo il giornale Al Riyadi Mancini avrebbe raggiunto un accordo della durata di 3 anni per guidare la nazionale dell'Arabia saudita.

Commenti