Usuraio e gentiluomo. O almeno considerato tale dallo Stato italiano che infatti gli aveva assegnato pure il reddito di cittadinanza. Soldi però di cui non aveva bisogno ed infatti li prestava a strozzo a disperati indebitati arrivando a chiedre cifre superiori di tre volte a quelle effettivamente date.
Protagonista di questa ennesima inaccettabile vicenda conseguente agli imperscrutabili criteri con i quali vengono distribuiti i soldi dei cittadini italiani un noto pregiudicato conosciuto da tutti nella località di Sala Consilina, in provincia di Salerno, per la sua attività da usuraio.
Pur avendo precedenti penali l'uomo aveva fatto richiesta per ottenere il reddito di cittadinanza. E dato che i suoi guadagni naturalmente non erano dichiarati e le sue condizioni economiche corrispondevano a quelle di un indigente all'uomo era stato assegnato il sussidio del reddito di cittadinanza.
Sono stati i carabinieri a smascherare quella che era una vera e propria doppia vita condotta dal quarantenne. L'indagine è scattata grazie alla denuncia di un ex imprenditore vittima del pregiudicato stanco di subire il ricatto del «cravattaro». Un 'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Logonegro (Potenza) che ha smascherato l'uomo finito subito agli arresti.
A incastrare l'usuraio i carabinieri della Compagnia di Sala Consilina, guidati dal Capitano Davide Acquaviva. Gerazie alle indicazioni del ricattato l'uomo è stato colto in flagranza. Poco prima di essere fermato dai militari infatti aveva ricevuto duecento euro in contanti dall'ex imprenditore originario del Vallo di Diano.
Quei duecento euro rappresentavano soltanto una piccola rata del un prestito da restituire lievitato in modo abnorme. L'ex imprenditore aveva ricevuto un prestito di mille euro dal 40enne ed in soli tre mesi avrebbe dovuto restituirgli il triplo di questa somma, cioè tremila euro. Interessi da usuraio visto che il tasso sarebbe stato addirittura del 300 per cento.
In precedenza, alla stessa vittima era stato richiesto il pagamento di una somma di diecimila euro a fronte di un debito di soli tremila. L'uomo era stato costretto a disfarsi di beni della propria famiglia per saldare il conto, ma ad un certo punto ha deciso di dire basta e di denunciare.
Non è questa l'unica vicenda che conferma come i tanti timori legati all'erogazione del reddito di cittadinanza fossero fondati. Primo fra tutti quello del lavoro nero.
Purtroppo la percentuale dei lavori non denunciati per evadere il fisco nel nostro Paese è altissima: i lavoratori invisibili sarebbero oltre tre milioni e dunque la probabilità che una percentuale del reddito di cittadinanza vada a
persone che in realtà già evadono il fisco è altissima.Criticata anche la modalità di erogazione a pioggia: più della metà degli assegni ha un importo inferiore ai 500 euro e dunque per i veri indigenti non è sufficiente.
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